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A Firenze per 6 anni, con una notte su tutte che l'avrebbe potuto inserire di diritto nella storia della Fiorentina: il 17 febbraio 2010 a Monaco di Baviera, Per Kroldrup siglò il gol del momentaneo 1-1 all'Allianz Arena, prima della vergogna firmata da Ovrebo, nell'andata degli ottavi di Champions. Da lì la carriera del danese entrò nella sua fase conclusiva, con il ritiro poi nel 2014, prima di un deciso cambio di vita: basta con il calcio e via ai viaggi, come raccontato a Sport Week: "Questo è stato il primo inverno che ho passato a casa. E' tosta da sopportare, è sempre buio, il sole sparisce alle 15, le strade sono tristi. Prima facevo un paio di viaggi all'anno di due o tre mesi ciascuno. Partivo a ottobre e tornavo a casa per Natale, a Primavera facevo il bis. Ho iniziato pure a sciare, mi dividevo tra Cervinia e Canazei. Ma ho fatto un bel giro anche in Buthan, sull'Himalaya, un'esperienza incredibile".

Quindi il ricordo di Firenze: "Lì ho lasciato tanti amici, ci torno spesso. Amo passeggiare davanti alla Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria. Il ricordo più bello e il più brutto? La Champions del 2009-10. Bellissimo vincere il girone davanti a squadroni come Lione e Liverpool. Poi agli ottavi la grande delusione con il Bayern, il clamoroso fuorigioco di Klose non fischiato, la dubbia espulsione di Gobbi e la perla di Robben al ritorno. Stavamo passando noi, lui si inventò una magia


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