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Sembrava poter essere quasi una conditio sine qua non per l'approdo del Pioli 2.0 a Firenze la fantomatica figura del Club Manager, il tramite tra squadra e dirigenza/presidenza. Un susseguirsi di suggestioni che chiamavano in causa ex più o meno grandi di un passato più o meno recente. Alla fine, a indirizzare la preferenza di Pioli però suddetta figura non dovrebbe aver particolare peso ed anzi, a oggi sembra più probabile una conservazione dell'attuale organigramma.

D'altra parte l'attuale gestione ha dato ripetute riprove dell'assuefazione al conservatorismo, alla cristallizzazione di persone e ruoli, in sostanza dell'assuefazione a se stessa. Fin dalle prime battute, quando Commisso inserì giusto Pradè, di ritorno dopo 3 anni, per poi ereditare Ferrari e portarsi dietro Joe Barone. Scenario mutato solo a causa della scomparsa del Dg, con altri elementi ad alternarsi ma sempre in seconda battuta: da Antognoni allo scouting guidato da Tramontano, fino a Burdisso.

Di fatto agli ultimi addii ha fatto seguito solo l'inserimento di Goretti in veste di Direttore Tecnico. Come Team Manager invece c'è Simone Ottaviani, un po' il “Marangon” della prima avventura Pioliana a Firenze. E la sensazione è che l'assetto resti questo, sempre in direzione di un'ingessatura che al presidente Commisso dà grande serenità.

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