E' un'inchiesta complessa e dai molteplici risvolti quella condotta dalla Procura della Repubblica di Paola che ha portato all'arresto, per bancarotta ed altri reati societari, di Massimo Ferrero, 70 anni, produttore cinematografico ed ormai ex presidente della Sampdoria (il club non è coinvolto nell'indagine ma lui si è subito dimesso dalla carica), personaggio popolare anche per le sue frequenti apparizioni televisive.

La Procura di Paola mantiene uno stretto riserbo sull'arresto di Ferrero, per il quale è stata disposta la detenzione in carcere.

"Viperetta" é stato arrestato a Milano dalla Guardia di finanza, che ha eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Paola. Oltre a Ferrero sono stati arrestati, per gli stessi reati, la figlia Vanessa, il nipote Giorgio, ed altre tre persone delle quali né la Procura di Paola, né la Guardia di finanza hanno rivelato l'identità. Ferrero era nel capoluogo lombardo per questioni legate alla sua attività professionale e si trova tuttora in una caserma delle fiamme gialle in attesa che la Procura di Paola si pronunci sulla richiesta presentata dai suoi difensori, Giuseppina Tenga e Luca Ponti, di essere trasferito a Roma per essere presente alla perquisizione nella sua abitazione e all'apertura di una cassaforte disposte dall'autorità giudiziaria.

L'avvocato Ponti, comunque, facendo già presagire la strategia combattiva che la difesa metterà in atto sull'arresto di Ferrero, ha detto che il suo assistito "è stato trattato peggio di Totò Riina". "L'ho sentito per l'ultima volta questa mattina alle 10.30 - ha aggiunto - non ho idea di dove si trovi e soprattutto in che condizioni di salute sia". A riportarlo è l'ANSA.


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