In principio fu Kevin-Prince Boateng, affiancato dalla meteora Pedro e dal giovanissimi Dusan Vlahovic. Nel mezzo tanti altri tentativi, perfino un caso di omonimia come quello di Bobby Duncan e poi Cutrone, Kouame (con rinuncia contemporanea agli stessi Pedro e Boateng), quindi il colpo tragicomico Kokorin, a gennaio 2021. 

E quindi giungiamo ai ‘giorni nostri’, con il drammatico rimpiazzo di Vlahovic con Cabral nel gennaio 2022 e sei mesi dopo la scommessa Jovic. Tempo un anno e mezzo ed altro restyling totale: via il serbo e il brasiliano e dentro Beltran e Nzola. Un ragazzo interessante e forse via via sempre più affidabile il primo, un marcantonio decisamente più fragile di quanto potrebbe sembrare, il secondo. L'equivoco intorno ai due è rappresentato dalle caratteristiche: come si possono considerare alternativi due giocatori così diversi, chiamati a interpretare lo stesso ruolo? 

Pur in presenza di un'esplosione dell'argentino, la Fiorentina dovrà orientarsi ancora altrove per completare il reparto. Una mancanza atavica quella del Nove di riferimento, colmata con espedienti qua e là: se l'abilità nell'edificare il Viola Park fosse dello stesso livello di quella nel ricercare il prossimo centravanti, la squadra viola potrebbe davvero compiere il salto di qualità.

Qualche mese fa, una partita così la Fiorentina non l'avrebbe mai vinta. Non è "corto muso", ma molto di più
Se qualche mese fa ci avessero detto che la Fiorentina avrebbe difeso un gol segnato dopo appena sette minuti, probabilm...

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