E meno male che Firenze era diventata una piazza con più equilibrio, dopo le due finali raggiunte e la lampante constatazione di avere in panchina un tecnico da custodire gelosamente. E invece dopo Genova, Fiorentina da Champions, dopo il match col Lecce una squadra messa male in campo, un allenatore che non sa cambiare la squadra in corsa, una campagna acquisti lacunosa. Soprassederemo, perché i giudizi a caldo quasi mai sono onesti. 

Certo, sa di beffa il pareggio con i giallorossi, perché la Fiorentina aveva giocato un grande primo tempo, poteva chiuderla con il tre a zero, sembrava non esserci partita. Ma siamo alla seconda di campionato e se guardiamo alle dirette concorrenti (Atalanta, Roma, Lazio ecc.), ci accorgiamo che il loro inizio è stato peggiore del nostro. Come risultati ma soprattutto come gioco. I viola non hanno mollato dal punto di vista della testa, non hanno pensato a giovedì, non hanno pensato di averla vinta. Sono calati fisicamente, dopo tre partite in pochi giorni a quaranta gradi, e con una preparazione appena terminata ci sta. 

Qualcuno si lamenta del ritiro al Viola Park, con temperature simili al Cairo. Ci può stare che la Fiorentina paghi anche questo? Non lo sappiamo. Ma quattro punti in due partite, per un inizio di stagione con una squadra in gran parte nuova, ci stavano benissimo. Ci stava meno la sconfitta a Vienna e quella di giovedì sarà la vera partita da non sbagliare. Dopo una finale di Conference, uscire ai preliminari sarebbe un colpo difficile da digerire

A tratti è un piacere vedere come gioca questa squadra, come riesce ad interscambiarsi al di là di chi scende in campo. Non vedere questo, soffermarsi soltanto alla rabbia di un pareggio casalingo, sarebbe poco onesto. Italiano gioca così, all'attacco, e qualche volta la sua squadra può subire qualche rete di troppo; deve migliorare probabilmente nell’atteggiamento e nelle sostituzioni quando la Fiorentina si trova in vantaggio. Chiudersi meglio, gestire meglio, giocare anche in contropiede se occorre. Ma lo ripetiamo, quello che è mancato nel secondo tempo contro il Lecce è stato il fiato. I viola erano stanchi, con alcuni elementi cotti, e ad inizio stagione ci può stare benissimo. 

Adesso ottimismo, per vincere giovedì e per divertirsi a San Siro contro l’Inter. Sei gol in due partite, senza le reti dei due nuovi attaccanti, vuol dire che tutti si stanno muovendo bene e che presto segneranno anche loro. Se poi c’è qualcuno che preferiva Jovic e Cabral alzi la mano, noi assolutamente no. E occhio a questi ultimi giorni di mercato, con la cessione di Amrabat e con il passaggio del turno in Conference, potrebbero arrivare altri due colpi da leccarsi i baffi. Piano con i giudizi affrettati, nel bene e nel male. Abbiamo una Fiorentina migliore in mano, sicuramente la migliore della proprietà Commisso. E Italiano è il miglior allenatore possibile che possa allenare questa rosa.

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