Barone: "Se non si fanno gli stadi per aumentare le entrate, la messa è finita. I vincoli storici-architettonici potrebbero portare alla morte il Franchi"

In questa delicatissima fase in cui la Serie A è chiamata a fare i conti con le ricadute economiche e finanziarie della pandemia, il direttore generale della Fiorentina, Joe Barone, ha assunto all’interno della Lega la guida di un gruppo che ha il compito di suggerire le modifiche necessarie a migliorare la legge sugli stadi.
"Se non si fanno gli stadi per aumentare le entrate la Messa è finita - spiega a Il Sole 24 Ore il dirigente viola - Deve essere chiaro a tutti che questa è la partita decisiva. I club operano con margini netti molto stretti, per cui o aumentano i ricavi da stadio e game-day e dall’area commerciale oppure saranno sempre meno competitivi e sempre meno attrattivi per gli investitori stranieri. Serve progettualità e capire che gli stadi moderni oggi servono ai club ma anche a riqualificare quartieri o aree cittadine che altrimenti rischiano di essere abbandonate".
Di vincoli storico-architettonici le città e con esse gli impianti possono ammalarsi e perire. "Pensi allo stato in cui versa oggi il Flaminio a Roma. È quello che potrebbe succedere al Franchi se noi andassimo a fare lo stadio altrove. Ma è il problema che hanno tante strutture in Italia".