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L'ex dirigente della Fiorentina Claudio Nassi ha commentato sul suo sito claudionassi.com la situazione riguardante gli infortuni muscolari in Serie A, sempre più frequenti e con i quali ha avuto a che fare recentemente anche la squadra viola, con quello di Nicolas Gonzalez ultimo in ordine di tempo: "Sembra impossibile assistere a un'infinità di guai muscolari. Mai successo in passato. Stupisce leggere che i tempi di guarigione per contratture e stiramenti siano così lunghi. Tanta incapacità mi ha portato a inviare una e-mail a un Presidente perché risolvesse il problema. Come? Cambiando uno staff con medici e fisioterapisti all'altezza del compito. Da tempo desideravo soffermarmi su un fatto che stento a capire. Si continua a parlare di un calcio cambiato rispetto al passato, ma in meglio o in peggio? Dal momento che troppe sono le discrepanza, sarebbe opportuno analizzare ciò che non va e porvi rimedio. Chiaro che ho idee in merito, nate da vita vissuta sul campo e dalla scrivania. Se nello spogliatoio parlavi sempre di calcio e di donne fin da giovane, avevi confronti e spiegazioni. Determinava la vita privata, oltre all'alimentazione e all'allenamento. Quando si assisteva a cali di rendimento, era fin troppo facile dire come i francesi cherchez la femme e, novantanove volte su cento, trovavi la causa. Un professionista non può pensare di fare una vita normale. Ha comportamenti da rispettare. Se la carne è debole e, come diceva Boskov, "testa di calciatore buona per portare cappello", il controllo deve essere quotidiano. Non per nulla c'era chi si serviva di agenzie investigative per conoscere i movimenti dei calciatori. Non solo: si controllava anche la cucina della moglie, o della compagna, per non lasciare niente al caso".

E prosegue: "Se una contrattura si curava in 24 o 48 ore, perché ci vuole una settimana per rivedere il campo? Se uno stiramento di un centimetro si guarisce dai sette ai dieci giorni, perché ne occorrono venti? Se quando i preparatori atletici servivano per recuperare gli infortunati e l'allenatore seguiva tutto in prima persona, perché i guai muscolari, neppure lontanamente, erano a questi livelli? Facile rispondere: l'allenatore sapeva gestire i calciatori. Lo aiutava l'esperienza. Se uno per marcare Milinkovic-Savic va in partita dal martedì, spenderà energie nervose tali da non permettersi di seguire in settimana gli altri. Gli esempi possono continuare, ma se si lascia lavorare i ginnasiarchi come desiderano, con il tecnico a intrattenere i giornalisti, le conclusioni non tarderanno. Una volta un preparatore che proveniva dall'atletica e dal basket disse di aver impiegato due anni per capire la psicologia dei calciatori e questo dopo aver convinto un tecnico che seguiva ogni esercizio".


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