Nel suo pezzo per la rubrica Rock & Gol su La Nazione, Benedetto Ferrara fa il punto sul morale viola dopo l'ennesima finale persa:

"Era difficile immaginare che Italiano e i suoi, che non sono fenomeni, ma di sicuro più forti (in teoria) degli avversari, dopo una quindicina di minuti smettessero di giocare a calcio. Se ci fossero stati loro alle Termopili, sui libri di storia il tutto si sarebbe risolto in due righe. “Gli eroi si gettarono in una sfida impossibile. E con l’occhio da Branzino lesso sfidarono l’impossibile al grido ‘Ragazzi, ma chi ce lo fa fare? C’è l’happy hour al Viola Park!’.

Hai voglia a tatuaggi maori o da guerrieri pronti alla sfida. Un bel tatuaggio di un bradipo spiegherebbe di più. E come consolarsi? Forse pensando che alla terza volta la Coppa della Conference te la consegnano per sfinimento. Che al decimo centravanti acquistato, giusto per una questione statistica, alla fine ne trovi uno che conosce il mestiere del gol. Sosteneva Euripide: “Insieme al successo arriva una reputazione di saggezza”. Siamo abbastanza certi del fatto che Euripide non stesse parlando Fiorentina".

Firenze si fa sentire, la Fiorentina no: silenzio, indifferenza e nemmeno un "grazie" per i diecimila di Atene
C'è voluto un comunicato doveroso, lucido, chiaro della Curva Fiesole per rompere il silenzio. Un raggio di luce, uno s...

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