C'è chi è scettico sul Prandelli-bis: "Solo il Trap ha vinto dopo la Nazionale. Inutile suggerire agli ex ct di godersi la pensione..."

Si apre oggi la seconda era a Firenze per Cesare Prandelli, a dieci anni di distanza e dopo cinque avventure dal tenore in calando: prima la Nazionale dal 2010 al 2014, con un argento europeo e il fallimento a Brasile 2014, poi vari spezzoni tra Galatasaray, Valencia, Al Nasr e Genoa, senza mai ripetere però i successi ottenuti sulla panchina della Fiorentina. Il giornalista de La Gazzetta dello Sport Andrea Schianchi descrive così la situazione: "La notizia è già conosciuta ma vale comunque la pena di ricordarla: esiste una seconda vita. E se guardiamo al caso in questione, forse una terza, una quarta, una quinta. Abbiamo sempre dunque un'altra possibilità, sia dopo l'assoluta felicità sia dopo il profondo dolore... La storia di Cesare Prandelli che torna sulla panchina della Fiorentina è l'esempio tangibile di questa storia".
E ancora: "Ha capito, guardando in faccia la realtà, quanto sia dura la vita da ex commissario tecnico: la gente ti osserva con occhi diversi, persino estasiati, ti considera una specie di guru da seguire sempre e comunque, un salvatore della patria che si abbassa a scendere dal trono e mischiarsi tra il popolo per redimerlo, e magari tu non hai più la forza di un tempo e non riesci, pur volendolo, a essere fedele al tuo passato. Siccome, però, la vita è generosa, ecco un’altra carta da giocare".
Nel pezzo si passano in rassegna anche altri ct che si sono rimessi in gioco dopo la Nazionale, tutti con risultati piuttosto scadenti: da Zoff a Donadoni e Arrigo Sacchi e perfino Marcello Lippi, con l'eccezione di Trapattoni, che ha vinto in Portogallo e Austria dopo l'azzurro.
E quindi la considerazione finale di Schianchi: "A chi rimprovera agli ex c.t di voler tornare sul palcoscenico anziché godersi la pensione, va ricordata una frase di Mark Twain: «Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza»".