In principio era il restyling, perché i primi passi di Rocco Commisso erano andati in direzione del rifacimento del "Franchi", per questione di storia e per lasciare la Fiorentina all'interno della sua storica casa. Ieri il patron viola ha fatto il punto della situazione, elencando passo passo un po' tutte le tappe che hanno caratterizzato il suo primo anno a livello burocratico: dodici mesi fa forse, di Campi Bisenzio il presidente della Fiorentina non conosceva neanche l'esistenza. La possibilità si è materializzata in corso d'opera, quando sono emersi i primi problemi sulla Mercafir e ieri l'ufficialità dell'opzione d'acquisto sui terreni della famiglia Casini, lungo Viale Allende.

Nelle quattro opzioni di cui ha parlato ieri Commisso, quella di Campi Bisenzio le ha scavalcate tutte, compresa quella del Franchi: "merito" anche della Soprintendenza, a cui il patron viola ha lanciato una sorta di aut aut, come riportato dal Corriere Fiorentino. "O io o Pessina", in sostanza, e con l'intenzione di non intervenire sull'impianto di Nervi qualora vi sia da scendere a patti con l'ente per la tutela dei vincoli architettonici e paesaggistici. In attesa di quel Decreto Semplificazione che potrebbe ridurne il potere d'intervento e forse riaprire quel piccolo spiraglio rimasto aperto per la ristrutturazione del Franchi.

 


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