Le ultime settimane hanno aumentato la polemica sul controverso utilizzo del Var. La sfida della Fiorentina di martedì scorso contro la Juventus, con i due rigori negati e la mancata espulsione di Borja Valero per somma di ammonizioni, ha solo inasprito lo scontro tra i favorevoli e i contrari. Nonostante il punto di vista delle società occorre sapere anche il punto di vista dei più "toccati" dall'introduzione della nuova tecnologia: la classe arbitrale.

Ed è proprio per questo che quest'oggi Radio Rai 1 ha intervistato Marcello Nicchi, presidente dell'Associazione Italiana Arbitri. Queste le sue parole: "Quello della VAR è un progetto sul quale continuiamo a investire e a lavorare. Dopo il primo anno di assuefazione, il secondo e il terzo diventano un po' più importanti perché si cominciano ad avere dati certi. Quest'anno stiamo soffrendo la mancanza del nostro centro VAR ancora in fase di perfezionamento. Stiamo soffrendo le partite che vengono giocate in un clima surreale a causa di questa pandemia che tarda a lasciarci. Siete alla ricerca di una uniformità di giudizio? L'uniformità è quasi un'utopia. Avvicinarsi alla quasi totalità dell'uniformità è una cosa fattibile. Io credo che l'uniformità sia stata molto migliorata in virtù della tecnologia e credo migliorerà ancora. Nessuno potrà applicare il miglioramento a sua immagine e somiglianza, ma dovrà farlo in modo preciso e puntuale secondo il protocollo. Come potrà migliorare la classe arbitrale? Un grosso miglioramento ci sarà quando la Federazione ci darà le chiavi della sala VAR centralizzata. Quello sarà un laboratorio che porterà progressi incredibili sia dal punto di vista della comunicazione che dal punto di vista dell'applicazione tecnica del regolamento. Quello sarà il passo più importante che farà il calcio italiano nei prossimi anni. É d'accordo con l'introduzione del VAR a chiamata? Non so se sia una cosa molto utile, reputo che non ce ne sia bisogno. Non c'è bisogno che uno dalla panchina dica all'arbitro di andare a vedere delle cose perché lo sa da solo. In futuro gli arbitri parleranno a fine partita? E' quello che pensiamo di fare da qualche anno, ma poi ogni volta che ci siamo avvicinati a questo passo sono sopraggiunte polemiche anche aspre e questo ci ha fatto tornare sui nostri passi, ritenendo che non siamo ancora maturi".


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