Così diversi così simili. Sono il Bologna di Thiago Motta e la Fiorentina di Vincenzo Italiano le sorprese di questa classifica di Serie A, che vedono rispettivamente rossoblù e viola al quarto e quinto posto. E se dalla squadra gigliata dopo le due finali dello scorso anno ci si poteva aspettare qualcosa da questa stagione, quella dei felsinei è stata una prima parte di stagione a dir poco convincente.

Merito, in entrambi i casi, di due allenatori giovani e portatori di idee innovative di un calcio offensivo e spregiudicato. Così diversi così simili, dicevamo. Perché Thiago Motta e Italiano hanno vissuto diverse esperienze simili seppur a distanza di qualche anno uno dall'altro. A partire dal loro ruolo da ex giocatori. Il centrocampista ex PSG forse più fisico rispetto a un Italiano vero e proprio regista in mezzo al campo. Poi la loro esperienza è continuata in panchina e qui le differenze ci sono state: se Italiano ha dovuto fare una lunga trafila prima di arrivare alle serie maggiori (Vigontina, Arzignano, Trapani...), Thiago Motta ha iniziato dalle giovanili del PSG, club nel quale ha annunciato il ritiro, per poi passare al Genoa e diventare allenatore del Grifone dopo circa un anno e mezzo dal suo inizio a tutti gli effetti come mister.

Nell'estate del 2021 i due si avvicendano sulla panchina dello Spezia: la Fiorentina strappa Italiano ai liguri, reduci da una stagione miracolosa con lui in panchina e puntano su Motta per sostituirlo. Mentre Italiano inizia a dare forma alla sua Fiorentina a Firenze, Motta accompagna lo Spezia alla salvezza, onde poi rescindere il contratto a fine stagione. Poi due estati fa (2022) l'approdo sulla panchina del Bologna con un nono posto poi, quest'anno, l'exploit.

Un 4-2-3-1 speculare, senza scordare la sempre valida opzione 4-3-3. La voglia di giocare la palla, senza paura, nonostante la Fiorentina in quest'ultimo periodo a dimostrato di saper anche rimanete più equilibrata senza i suoi pezzi pregiati. I numeri dicono che Fiorentina e Bologna amano il possesso palla: 32' e 20" di media possesso a gara per i viola (terzi in Serie A), 31' e 33" per i felsinei (sesti in Serie A). La voglia di puntare sui giovani, la capacità di rigenerare giocatori che si stavano un po' perdendo altrove. Così diversi così simili. Mai così vicini. La classifica adesso sorride e i tifosi sognano il ritorno in alto delle due protagoniste dell'Appennino. 

 


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