L’ex terzino della Fiorentina Lorenzo De Silvestri, oggi al Bologna, si è raccontato in una lunga intervista al canale della Lega Serie A, ripercorrendo vari passi della propria avventura a Firenze. Di seguito le parti salienti.

‘A Firenze per diventare uomo dentro e fuori dal campo, la Champions un’emozione incredibile’

‘Con la Lazio è finita perchè in quel momento volevo giocare di più e crearmi una mia carriera. È arrivata quest’offerta della Fiorentina, volevo diventare anche uomo dentro e fuori ed uscire dalla mia comfort zone. Ho fatto questa scelta di partire con la mia carriera fuori da Roma. Gli anni alla Fiorentina mi hanno lasciato delle emozioni incredibili in Champions League, delle notti bellissime. Vincemmo a Liverpool, abbiamo vinto anche col Bayern Monaco una partita incredibile…e quella gara d’andata non la dimenticherò mai. L’ultima stagione fu molto difficile: è la prima volta in cui ho capito cosa voglia dire soffrire anche per le critiche, del tifo che ti veniva contro. Capire cos’era la Serie A in Italia’.

Poi racconta del rapporto con Sinisa Mihajlovic, che lo ha allenato anche alla Fiorentina

Mihajlovic è stato l’allenatore che ho avuto più a lungo in carriera, un padre calcistico per me. Faccio ancora fatica a parlare al passato, mi ha insegnato davvero tante cose. Con Sinisa non sono sempre state rose e fiori, mi ha fatto provare anche tanta rabbia. All’inizio alla Fiorentina non mi faceva giocare, io ero giovanissimo ed ero anche già andato in Nazionale. Quello è stato il momento più duro con lui. Però mi voleva insegnare qualcosa, a reagire alle situazioni negative, e gli anni dopo mi ha dato delle gioie incredibili’.

’Non giocavo, mi misi a piangere e lui mi disse…’

‘Vi racconto: avevo già esordito in Nazionale e l’anno prima a Firenze avevo giocato in Champions League, ero giovanissimo. Avevo il petto gonfio, mi sentivo fortissimo. Mihajlovic mi mise fuori per una, due, tre partite, mi voleva far capire che stavo dando un po’ meno in allenamento, mi voleva svegliare. Ricordo che durante una partitina in allenamento capii di non giocare la domenica e il giovedì mi misi da una parte e iniziai a piangere, per quanta rabbia avevo dentro. Lui mi si avvicinò e mi disse: ‘In questo modo ti voglio far capire che devi reagire e tornare a curare i dettagli come facevi prima, questo ti porterà ai risultati’.

‘Senza l’infortunio con la Nazionale, che mi ha fatto perdere l’Europeo, spesso durante il periodo di riabilitazione mi sono chiesto che direzione avrebbe potuto prendere la mia carriera. Ero alla Samp e Mihajlovic ci disse che sarebbe andato al Milan e mi rivelò che avrebbe fatto di tutto per portarmi là con lui. Ero nel mio periodo forse migliore ed ero titolare in Nazionale…tornarci poi dopo aver recuperato è stato una cosa bellissima’.

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