Biti: "L'emendamento sugli stadi fa al caso del 'Franchi', l'ammodernamento è necessario per una squadra importante. Il prossimo passo sta alla società e al Comune di Firenze"

Caterina Biti, senatrice PD prima firmataria dell'emendamento ‘Stadi’, è intervenuta per rispondere ad alcune domande nel corso della trasmissione Dal Franchi al Futuro andato in onda su Controradio e tutta dedicata allo stadio della Fiorentina: "Con l'emendamento diamo finalmente la possibilità di una nuova vita per gli impianti sportivi vincolati da più di 70 anni con più di 5000 spettatori. Adesso vi è questa possibilità. Con il mandato al Ministero per i Beni Culturali si esaminano i progetti che possono arrivare dalle proprietà o dai gestori di questi impianti per un ammodernamento. Le priorità degli ammodernamenti devono essere la sicurezza e le funzionalità prima di tutto il resto. Ovviamente il Ministero deve indicare, in base a questi progetti, gli elementi testimoniali di un'opera che resta vincolata per alcuni motivi o perché ha fatto la storia dell'architettura. Questo è il caso dello Stadio 'Artemio Franchi'. Gli impianti sportivi di questo tipo vanno ammodernati se non vogliamo che restino delle strutture vuote che cadono a pezzi".
"Non possiamo non avere il coraggio di far coincidere le due priorità. La prima rappresenta la necessità di ammodernare un impianto sportivo per una società e una squadra importante. La seconda sta nel rispettare le opere architettoniche che hanno fatto la storia dell'architettura di questo di questo. Adesso sta alla società, al mondo dello sport e al Comune di Firenze, ovvero il proprietario del bene.
Al Ministero tocca ovviamente tutto il resto. Il Ministero può valutare di spostare o cambiare anche di dimensioni gli elementi che valuta testimoniali. Quindi può decidere in base alla storia dello stadio 'Artemio Franchi' se il progetto andrà bene o se rivederlo con la possibilità anche di spostare questi elementi testimoniali, come ad esempio, le scale elicoidali".
"Non c'è bisogno di nuova cementificazione e occupazione di suolo. Non si può costruire un altro 'Franchi' accanto all'altro in quartiere già molto edificato di suo".
Cosa succede per lo stadio 'Franchi'?
"Non possiamo non avere il coraggio di far coincidere le due priorità. La prima rappresenta la necessità di ammodernare un impianto sportivo per una società e una squadra importante. La seconda sta nel rispettare le opere architettoniche che hanno fatto la storia dell'architettura di questo di questo. Adesso sta alla società, al mondo dello sport e al Comune di Firenze, ovvero il proprietario del bene.
E il Ministero?
Al Ministero tocca ovviamente tutto il resto. Il Ministero può valutare di spostare o cambiare anche di dimensioni gli elementi che valuta testimoniali. Quindi può decidere in base alla storia dello stadio 'Artemio Franchi' se il progetto andrà bene o se rivederlo con la possibilità anche di spostare questi elementi testimoniali, come ad esempio, le scale elicoidali".
Una nuova struttura al Campo di Marte?
"Non c'è bisogno di nuova cementificazione e occupazione di suolo. Non si può costruire un altro 'Franchi' accanto all'altro in quartiere già molto edificato di suo".
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