Ormai siamo tutti ragionieri. Troppo ragionieri. E’ vero, il calcio è cambiato da quando i mulini erano bianchi e l’album Panini lo si poteva completare ad ottobre e goderselo fino al termine del campionato. Non voglio fare il nostalgico a ogni costo. Però dall’epoca Della Valle, in particolare dalle varie esternazioni di Mario Cognigni, la Fiorentina del recente passato e del presente, ha sfruttato spesso come alibi la situazione del bilancio per giustificare scelte o non scelte sportive, contagiando i tifosi.

Un bilancio sano è importante, ma quello sportivo non può essere da meno

Nessuno, io per primo, ritiene ininfluente la solidità finanziaria del club. Avendo vissuto il fallimento, la cancellazione, il (provvisorio) cambio di nome, la faticosa risalita dalla C2, sono ben consapevole che il bilancio sano è importante quanto la posizione in classifica. Tuttavia quello sportivo non può essere da meno.

Mi diverto (per la verità non sempre) a veder giocare la Fiorentina, non mi appassiono agli estratti conto. Sconfitte e vittorie scatenano emozioni che nessun dato economico riesce minimamente a emulare. Se questo significa non essere al passo coi tempi, beh, non lo sono.

Grande capitalizzazione sulle strutture e tante scommesse perse sul campo

Ieri La Gazzetta dello Sport ci ha informati del fatto che il bilancio della Fiorentina (lo aveva fatto anche Fiorentinanews.com qualche settimana fa), dopo i fasti delle danarose cessioni di Chiesa e Vlahovic, è tornato in rosso e Commisso ha dovuto ripianare il deficit. Non mi meraviglia. In questi anni di gestione italo-americana abbiamo visto grande capitalizzazione sulle strutture (il Viola Park) e tante scommesse perse sul campo (doloroso fare la conta dei bidoni o semibidoni acquistati dai geni del mercato viola). 

Insomma si è speso e non investito. Il bilancio in rosso è la fisiologica conseguenza di questa visione, a mio avviso, poco lungimirante sia sotto il profilo finanziario che sportivo.

Eppure ricordo bene le parole pronunciate dal presidente Rocco Commisso alla sua prima conferenza stampa a Firenze: “Sono qui per vincere qualcosa e rapidamente perché ho una certa età”. Era il giugno del 2019, tra poco saranno trascorsi cinque anni da quella data. Dall’uomo del fast fast fast ci si poteva attendere più rapidità.


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