Il portiere Oliver Christensen. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com
Il portiere Oliver Christensen. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Se Milenkovic… Se Nzola… Se il palo… Si poteva vincere e, alla fine, si poteva perfino perdere. Un discreto primo tempo, una ripresa confusionaria. La squadra viola che guida il gioco ma poi subisce la maggior fisicità degli avversari. I centravanti continuano a non segnare. I portieri a prendere gol ad ogni tiro (o quasi). Il gioco a non mutare mai: si può lanciare nello stesso modo Beltran e Nzola? In Conference la Fiorentina deve già rincorrere…

Christensen – 4 – E’ una stanga di un metro e novanta ma salta come uno dei sette nani. Offre brividi sulle palle alte, sfiorate o ciccate. Rinvii poco precisi. Poca responsabilità sul primo gol… ma non punta. Sul secondo si butta così in ritardo che la palla è già nel cerchio di centrocampo.

Ranieri – 9 – Mattatore della serata. Doppietta di testa, i due primi gol in viola. Nella prima rete lo aiuta la fortuna, nella seconda l’istito da centravanti (che i centravanti per ora non hanno). Caricato dalla doppietta, come Asterix dopo aver bevuto la pozione, diventa un baluardo insuperabile per gli avversari. Incertezza sul finale di gara.

Beltran – 6 – Non gli viene servito un solo pallone per le sue caratteristiche. E’ ovvio che sui campanili mostri qualche difficoltà contro avversari più alti. Si immola nel far salire i compagni e nel pressing sul primo portatore di palla del Genk.

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