Kean: "Ho smesso con un certo tipo di vita, ho cambiato tante cose. Se trovi Dio trovi pace, avevo bisogno di quello. La musica? Se hai talento devi farlo vedere e due lavori si possono fare"

Nell'intervista al Corriere della Sera, c'è spazio anche per il passato di Moise Kean, attaccante della Fiorentina che si è raccontato a cuore aperto: “A 13 anni sono dovuto andare via di casa e sono dovuto andare in convitto. Mamma non voleva mandarmi perché fuori casa facevo i danni. Lasciarmi andare per lei era difficile. Alla fine, l’ho convinta e adesso è fiera di avermi ascoltata”.
E sul calcio: “E' come la vita: non può andarti sempre tutto bene, non puoi alzarti la mattina e sperare che non ci siano difficoltà. Devi essere pronto a affrontare qualunque ostacolo. Tante volte la gente non capisce, ma anche i giocatori sono esseri umani, con difetti e sensibilità con cui fare i conti. La fede mi ha aiutato tanto, tanto. Quando ero piccolo mia mamma mi portava in chiesa, anche quando non volevo. Ora la ringrazio. E da quando sono alla Fiorentina, la fede l’ho messa ancora più in pratica, perché ho deciso di cambiare molte cose. Ho smesso con un certo tipo di vita per sentirmi più libero mentalmente. Perché se trovi Dio trovi pace. Ed è quello di cui avevo bisogno”
E sul figlio Marley: “Mi ha cambiato tanto. Lo adoro, penso sempre a lui, torno a casa, lo abbraccio e lo coccolo. Mi sento responsabile di un’altra persona. Mio padre non c’è stato per me e non voglio fare gli stessi errori”.
E infine la passione per la musica e il suo nuovo disco Chosen: “La passione è cresciuta insieme al calcio. A volte giocavo a pallone, altre mi concentravo sulle sfide di rap. Questo disco è un messaggio: vuol dire che devi inseguire le tue passioni. Se hai talento devi farlo vedere e dimostrare che nella vita puoi farcela, e puoi fare anche due lavori”.