Un’altra sconfitta, senza segnare, per la Fiorentina di Italiano in campionato. E se contro questa Juventus era prevedibile pensare di perdere, non trovare un’altra volta la rete è un segnale tremendo. Forse sarà esagerato, ma dopo 0 punti raccolti in 3 partite, parlare di crisi non è proprio da fuori di testa.

Beltran e Nzola, i primi colpevoli

I sei gol segnati al Cucaricki sono arrivati praticamente al termine di un allenamento, ma quando siamo tornati nel contesto della Serie A, l’attacco di Italiano ha fatto cilecca. In particolare – ovviamente – Beltran e Nzola, i primi colpevoli di questo periodino nero. Con la differenza, però, che mentre il primo ha segnato una doppietta in Europa, l’angolano ha prodotto prestazioni al limite dell’indecenza tecnico-calcistica. Anche contro la Juventus, il suo ingresso in campo è stato impalpabile, tanto da costringere Mina a subentrare nel finale come punta aggiuntiva.

Cosa è successo alla Fiorentina?

Ma cosa c’è dietro questi stop? La risposta potrebbe qui apparire semplice: la sosta per le nazionali, che ha spezzato il bel ritmo acquisito fino al trionfo al San Paolo, e il successivo KO a sorpresa dall’Empoli. La squadra non si aspettava certo di cadere, in casa, contro il peggior attacco d’Europa e non riuscire a superare Luperto & Co. non era passato nemmeno per l’anticamera del cervello di Italiano. Da lì, eccezion fatta per la parentesi serba, la Fiorentina non ha più trovato il gol, se non per quello annullato a Beltran a Roma.

Vantaggio sprecato

Va detto anche che le prestazioni ci sono sempre state, ma fermandosi così di colpo, tutto il vantaggio acquisito fra settembre e ottobre è stato depauperato. Con la conseguenza che le squadre romane sono risalite e altre come Atalanta e Bologna hanno sorpassato una Viola in evidente difficoltà. Nessun allarmismo esagerato, giovedì d’altronde ci sarà una grossa chance per consolidare il primato nel gironcino di Conference, ma una deludente verità si sta affacciando all’orizzonte. Che se Beltran e Nzola manterranno questa media realizzativa, pensare di “migliorare la scorsa stagione”, come ripete sempre Commisso, potrebbe costituire un’utopia.


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