Quasi un mal di tridente quello che affligge Stefano Pioli, che il trio Chiesa-Muriel-Simeone non sembra proprio volerlo mettere in campo, salvo situazioni d'emergenza o quando la sua Fiorentina non può proprio fare a meno di segnare. Il fatto, a metà febbraio e con un gap dall'Europa da colmare, è che tale esigenza sarebbe costante e sempre viva. Ma per il tecnico, ad ora, non si può prescindere dall'equilibrio e allora via al duo Muriel-Chiesa, con Gerson da simil trequartista e soprattutto il colombiano spalle alla porta. E' quest'ultimo aspetto quello che perplime di più, perché nelle prime partite le sue segnature erano arrivate in campo aperto, con la Fiorentina in 10 o comunque in contropiede, ma sempre con un Muriel in grado di fronteggiare la porta. Penalizzarlo così appare un delitto, vista la bella partenza delle prime gare, magari con una condizione fisica ancora da perfezionare dopo i mesi di panchina a Siviglia: a Pioli il compito di trovare la via giusta, sempre con l'irrinunciabile equilibrio tattico annesso, per non sprecare le risorse offensive, con un Simeone che nelle ultime settimane ha trasmesso dei segnali chiari e che meriterebbero ascolto.

 


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