Barone sorridente. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com
Barone sorridente. Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Nel proprio editoriale per il Brivido Sportivo, il giornalista e tifoso viola Luca Calamai saluta lo scomparso Joe Barone, ripercorrendo gli anni alla Fiorentina del dirigente italo-americano di recente venuto a mancare.

‘Barone era divisivo ma si era innamorato della Fiorentina’

“Tra le tante riflessioni che hanno accompagnato l’emozionante saluto a Joe Barone ce ce n’è una che fotografa in maniera perfetta quello che era il direttore per il mondo viola: “Joe era la Fiorentina”. Del resto, quando il presidente Commisso è stato costretto a ridisegnare i quadri societari dopo la scomparsa di quello che era una specie di fratello per lui, per coprire le cariche di Barone sono state individuate ben tre figure. Barone era ovunque. Dentro lo spogliatoio a rincuorare la squadra, in ufficio a confrontarsi con Italiano, al Viola Park a ricevere ospiti illustri e normali tifosi, negli uffici del Comune a lottare per il Franchi e nel Palazzo del Calcio per combattere contro chi cerca di dribblare le regole. Era divisivo, ha portato avanti decisioni discutibili, certo. Però come hanno detto i ragazzi della Fiesole era uno di loro, che aveva scoperto la Fiorentina e se n’era innamorato. Con la passionalità del suo essere siciliano e l’anima manageriale del suo essere di New York. In mezzo a tanti ricordi è venuto fuori il rapporto speciale che Joe aveva con i bambini, un po’ padre, un po’ nonno, sempre affettuoso”.

‘E ora c’è una coppa da dedicare alla memoria di Joe’

“Rimpianti? Di sicuro le due finali perse la scorsa stagione. Joe sognava di riaprire una bacheca dei trofei viola che è chiusa da troppo tempo. La sconfitta contro l’Inter all’Olimpico è stata dolorosa, quella col West Ham a Praga una ferita che non voleva rimarginarsi. C’è una Coppa da vincere e da dedicare a Joe. Alla sua memoria. Anche se Barone resterà per sempre nella storia viola. Se non altro per aver regalato alla società quel Viola Park che Joe ha costruito pezzo dopo pezzo, curandolo nei minimi dettagli. Una meraviglia degna della città di Firenze. Ciao Joe. È un vero peccato aver scoperto il vero Barone solo ora che non ci sei più”.

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