Uno show arbitrale che non ci mancava. Ma proprio per nulla. Fiorentina-Genk è stata diretta, se così si può definire l'ammasso di errori fatti dal direttore di gara, dall'olandese Joey Kooij. Dopo aver vissuto gli orrori di Bastien e Obrenovic in quel del Franchi nella scorsa stagione, ieri è toccato all'arbitro dei Paesi Bassi e collaboratori connazionali a prendersi la scena. Inconcepibile come Fadera del Genk sia rimasto in campo dopo non uno, non due, ma ben tre falli da cartellino giallo. Di questi quattro, ne viene sventolato solo uno al gambiano al 20', che dopo una sequela di pedate a giro per il campo viene prontamente sostituito da Vrancken al 43' per evitare un rosso che sarebbe già dovuto essere sventolato. Capiamo la frustrazione per il palo colpito, molto meno il trattamento di favore a lui riservato. Forse valeva un altro regolamento... Boh.

Una gestione dei cartellini che è ampiamente rivedibile durante tutto il match, dove il Genk è parecchio aggressivo per tutti i 90'. La partita però sfugge totalmente di mano al fischietto olandese, che finisce la partita con 13 ammonizioni comminate. Tantissime. Incredibilmente nessuna espulsione. E se non era per Fadera, almeno Galarza… Macché. Il centrocampista del Genk interviene duro con il gomito sulla faccia di Arthur, caricando anche una gomitata intenzionalmente cattiva. Il VAR richiama Kooij per l'espulsione e lui… ammonisce l'argentino.

Manca poi un rigore per l'intervento di Munoz su Ikoné in area di rigore, con il terzino del Genk che interviene con la gamba alta sul fianco del francese. Nessun penalty in occasione del cross di Duncan, con la richiesta di tocco di mano. Inspiegabile il tempo che impiega il VAR per rivedere un rigore solare su Kayode, almeno quello sì, fischiato prontamente da Kooij. Alla fine della fiera, il tutto si può riassumere in un semplice concetto: menomale la Fiorentina ha vinto. 


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