Va bene il poco carattere, va bene l'inesistenza assoluta di gioco, va bene anche un ritmo ed un'intensità totalmente diversa rispetto agli avversari ma una parte di ragione Vincenzo Montella ce l'ha. E ce l'ha eccome, se pensiamo al suo ruolo da calciatore e allo status attuale del suo reparto offensivo. Vlahovic dà veramente l'idea di essere un attaccante molto forte ma ha pur sempre 19 anni e il vuoto totale davanti e dietro: Boateng di fatto non può essere considerato attaccante di riferimento, di Pedro invece dobbiamo capire come sia fatto in volto, prima ancora che sul campo. Un po' pochino come peso offensivo per iniziare una stagione, no? "Prima di fissare gli obiettivi bisogna guardare quanti gol hanno segnato gli attaccanti in carriera", la frase neanche troppo sibillina di Montella ieri sera e su questo il tecnico ha pienamente ragione. Perché Vlahovic è alla sua prima vera stagione da professionista, Pedro ha segnato sì ma solo in Brasile ed è a sua volta giovane, mentre Boateng nel culmine della carriera non giocava certo davanti. Inevitabile il riferimento quindi all'allestimento della squadra e a Daniele Pradè, a questo punto ex garante dell'aeroplanino: grosse responsabilità per le sofferenze della Fiorentina e per un attacco assolutamente insufficiente ce le ha proprio lui.


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