Minotti: "A Vienna è mancata mentalità alla Fiorentina, inutile far girare palla senza tirare in porta. Arthur non mi convinceva ma ha risposto sul campo, buonissime sensazioni da Beltran"

Il difensore e bandiera del Parma Lorenzo Minotti ha parlato a Lady Radio esprimendo vari giudizi riguardo ad alcune individualità della Fiorentina, senza mai far mancare il proprio punto di vista tagliente e puntuale.
Sentite cosa ha detto: “La partita col Rapid di giovedì sarà la più importante della stagione finora, perchè avere o meno l'impegno europeo fa tutta la differenza del mondo per la Fiorentina e indirizza l'annata. Per prestigio, per la crescita dei giocatori e l'utilizzo di una rosa profonda come quella viola. La Fiorentina è stata quasi perfetta a Genova, spettacolare, il Genoa ha vinto all'Olimpico con la Lazio quindi i meriti viola vanno sottolineati, i rossoblù non sono poca roba. A Vienna è mancata invece mentalità, una squadra più forte non può stare in gestione. Le partite si decidono sugli episodi, era evidente che la Fiorentina fosse più forte del Rapid ma non ci si può accontentare di palleggiare orizzontalmente senza mai tirare in porta, poi succede che vai sotto e ti ritrovi a giocare un ritorno pieno di incognite”.
Poi Minotti aggiunge: “Col Lecce è mancata un po' di gestione, anche di Italiano, delle energie fisiche della squadra. Il primo tempo è stato convincente, poi si è spenta la luce. La terza gara è sempre la più difficile. Andavano fatti prima i cambi e gestite diversamente le risorse a centrocampo, in particolar modo Arthur e Duncan. Non ero convinto dell'acquisto del brasiliano da parte della Fiorentina, non pensavo fosse il migliore per i viola ma il suo inizio è stato importantissimo, sta dando tanto in tutte le fasi di gioco. Non era in discussione che fosse un buon giocatore, considerate anche le esperienze con Barcellona e Juventus. Il suo status parlava chiaro, pensavo dal punto di vista mentale potesse mancare di motivazioni, come avvenuto con Jovic, invece gli vanno fatti i complimenti e ha trasmesso il suo atteggiamento positivo ai compagni, cercando di trascinarli come fatto a Vienna nella ripresa”.
Quindi conclude: “Adesso Arthur va visto alla lunga distanza, il primo gol segnato dal Lecce non ritengo sia colpa sua. Non ha peccato di superficialità ma forse di stanchezza. Beltran mi ha dato sensazioni buonissime, non pensavo fosse così bravo tecnicamente e nella gestione del pallone, così come nei movimenti. Mi ha dato l'impressione di essere un giocatore di alto livello. Credo che Italiano abbia una filosofia in intendere la fase difensiva mettendola in pratica con buoni risultati. La Fiorentina l'anno scorso è stata la squadra che ha subito meno tiri in porta, difendendo così poi è normale concedere occasioni più pesanti. In questo modo di giocare poi è chiaro che ci siano delle letture che vanno fatte, ma non credo che Italiano non prepari certe situazioni, in alcuni momenti della partita certi rischi non vanno presi. Alcuni gol arrivano da errori di concentrazione, posizione e non solo, come il 2-2 del Lecce”.