“Contro la retorica della bella sconfitta. Quando la partita finisce c’è un solo vincitore. Alla Fiorentina è mancata cattiveria perchè consapevole che al ritorno sarebbe stata accolta tra gli applausi”

Su Rivista Contrasti il giornalista Andrea Brondino ha dato vita ad un’interessante analisi sulle sconfitte delle tre squadre italiane nelle finali europee. Brondino si sofferma su vari aspetti nel suo articolo “Il Triplete al contrario, o della mancata cattiveria”.
“Assorbita la sbornia delle tre sconfitte europee di Roma, Fiorentina ed Inter è desiderabile una qualche forma di analisi. Anche per evitare la retorica pigra del ‘calcio italiano in crisi’, che qualcuno certamente resusciterà. La Roma perde ai rigori dopo una partita equilibrata con le occasioni più limpide, la Fiorentina subisce il colpo decisivo all’89esimo dopo una partita divertente e alla pari. L’Inter perde 1-0 e diverse parate di Ederson impediscono che il semidio City sanguini sul più bello. Ed è proprio in questi pseudo-meriti delle italiane che andrebbero intuiti i motivi della loro tripla sconfitta”.
“La Roma della volpe Mourinho va ad applaudire e farsi applaudire, cosa mai vista, a memoria d’uomo, sotto la curva del Siviglia a fine partita. L’allenatore della Fiorentina Italiano, più moderato, si limita a riconoscere che i suoi ragazzi hanno giocato bene. Il caso più sorprendente quello dell’Inter: qualche centinaio di tifosi ha festeggiato. Il calcio è al massimo la cosa più importante delle meno importanti, ma sarebbe un peccato se la retorica della bella sconfitta si trasformasse in una nuova ideologia. Il calcio giocato insegna che c’è un destino con cui fare i conti. Che si giochi bene o male, al termine di una finale si perde o si vince: tertium non datur”.
“Quando la partita finisce c’è solo un vincitore. La festa degli sconfitti, le analisi dei commentatori, possono suggerirci che gli sconfitti siano i ‘vincitori morali’. Sono queste le forme di un legittimo ma inquietante revisionismo. Roma Fiorentina ed Inter hanno perso le loro finale del 2023 per sempre. Insistere su questa tripla ed oggettiva inferiorità delle squadre italiane servirebbe anche a rinverdire rabbia e cattiveria per le prossime stagioni. E in fondo è proprio la cattiveria che è mancata alle squadre italiane: più pericolose, più incisive, più sorprendenti delle avversarie ma meno ciniche e decisive. Consapevoli, forse inconsciamente, che al ritorno in patria Roma, Fiorentina ed Inter avrebbero trovato (come successo) chi le avrebbe accolte tra gli applausi e commentatori in giubilo per le straordinarie performance”.
“Non è questione né di tattiche, né di gioco, né di anti-gioco: qua ci si limita ad un atteggiamento, ai relativi vantaggi, e alle opposte tendenze a fabbricare medaglie per tutti i partecipanti. Sintomi questi ultimi di una nuova ideologia fintamente supina agli sconfitti”.