Cosa è mancato per vincere a Roma? Beh, innanzitutto un arbitro meno casalingo, un avversario tremendamente meno antisportivo e poi... E poi quel gol che ci sarebbe stato così tanto nei minuti di recupero. Quando gli avversari erano rimasti in 9 e in palese criticità nell'uscire dalla propria metà campo. Tanto da dover vedere quegli odiosissimi giochetti psicologici da parte di Mourinho e di Rui Patricio.  

Crescere come personalità 

Ad ogni modo, Roma può considerarsi un capitolo chiuso. Ciò che invece conta per la crescita della squadra di Italiano ha a che vedere con la personalità. Con la possibilità di segnare nei minuti di recupero, come ha fatto ad esempio il Cagliari di Ranieri (che dopo aver ribaltato il Frosinone da 0-3 a 4-3, si è ripetuto col Sassuolo segnando al 100'). In questo senso, Italiano potrebbe prendere spunto dal "vecchio volpone" di Ranieri che è riuscito a dare in determinate circostanze quella cattiveria che manca per azzannare i match come quello dell'Olimpico.  

Il bel calcio non sempre basta

Per fare il salto, ergo vincere anche le partite importanti, la Fiorentina ha bisogno di qualcosa in più del solo calcio brillante. C'è bisogno anche di aggredire gli avversari (ma non come fa la Roma) e di tenerli sulle spine fino all'ultimo. E trovare, una volta, quella benedetta rete quando l'arbitro sta per mettersi alla bocca il fischietto. Adesso i tempi sono maturi per fare quel salto.

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