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Dodô Fiorentina
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

La Fiorentina è chiamata ad operazioni importanti nelle prossime ore, a partire dalla scelta del nuovo allenatore, dopo le dimissioni di Palladino. Poi il mercato, a cominciare dalle decisioni da prendere sul futuro di diversi giocatori. Per discutere di tutto questo, FiorentinaNews.com è tornata a parlare con Sabatino Durante, uno dei più noti e bravi intermediari di calciomercato sudamericano.

Hanno sorpreso anche lei le dimissioni di Palladino? Che idea si è fatto sulla vicenda?

“È evidente che sia entrato in conflitto con qualcosa o qualcuno. Forse non ha gradito le critiche voluminose della tifoseria e, allo stesso tempo, si deve essere scontrato con qualcuno della società. Questo doppio binario mi sembra essere la chiave per studiare le motivazioni profonde che hanno portato alle sue dimissioni”.

La piazza reclamava Sarri come sostituto, ma la dirigenza della Fiorentina ha altre idee. Quale pensa possa essere l’allenatore ideale per la Fiorentina? Magari Pioli, invece di un altro giovane?

“Ecco, Pioli, magari! Ha grande esperienza, è un allenatore che farebbe bene non soltanto alla Fiorentina, ma anche in una big del calcio italiano o internazionale. Bisogna scegliere un allenatore che si trovi bene, a prescindere dall’età, perché non si può ogni volta ricominciare daccapo. Servono continuità ed un ambiente più tranquillo. Ho visto a Firenze storcere il muso per la Conference League, ma è sempre una coppa europea. Il Bologna, ad esempio, che ha un bel progetto, senza Coppa Italia, non si sarebbe qualificato per nessuna competizione internazionale”.

C’è disomogeneità di vedute tra Commisso e la piazza sulla dimensione della Viola: senza stadio di proprietà, lei ritiene che la proprietà gigliata avesse potuto fare meglio?

“Io capisco la mentalità del tifoso, che vuole sempre il massimo, ma non si può vivere di ricordi, bensì di presente. E, purtroppo, il bacino d’utenza della Fiorentina è quello. Questo non vuol dire che bisogna rassegnarsi, ma si deve iniziare un progetto e crederci, come hanno fatto Bologna ed Atalanta che, come bacino d’utenza, hanno meno della Fiorentina, ma fanno meglio. Ci vuole anche del tempo, però".

A Firenze vedo troppa turbolenza, la stagione è stata positiva, la Viola ha vinto molte partite contro squadre importanti. È mancata continuità di risultati, è vero, ma alzando i toni è difficile costruire questa continuità nel tempo. La dirigenza ha azzeccato scelte importanti quest’anno, come quelle di portiere e centravanti. È mancato, a mio parere, un esterno d’attacco capace di fare la differenza, ma si può migliorare nel tempo. Se ogni anno non si pensa al futuro, ma a criticare, non si va avanti. L’eterna contrapposizione tra guelfi e ghibellini, l’eccessiva criticità e rissosità ti costringe a ricominciare il progetto ogni volta da capo”.

Pensa che Dodô possa rimanere e trovare un accordo sul rinnovo del contratto con la dirigenza della Fiorentina?

“Secondo me sì; si parla tanto di Barcellona, ma ai blaugrana servono difensori centrali e non esterni. E, poi, Dodô è senza dubbio un buon giocatore, ma non da Barcellona. Credo che alla fine resterà: per una valutazione di 25-30 milioni, conviene sia a lui che alla Fiorentina”.

È arrivata la prima convocazione nella Nazionale maggiore per Ranieri: un giusto riconoscimento per una stagione senz’altro positiva, ne conviene anche lei?

“Si è preso la fascia di capitano della Fiorentina, ha fatto bene e se la merita la convocazione. Un giusto premio per la sua annata”.

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