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La Corte di Cassazione si è pronunciata, depositando le motivazioni della condanna inflitta a Giorgio Galanti, ex direttore di Medicina dello Sport dell'ospedale di Careggi a Firenze. Tale condanna è di un anno per omicidio colposo e riguarda la morte dell'ex capitano della Fiorentina Davide Astori. Si legge: “La morte poteva essere evitata o, quantomeno, posticipata ad epoca significativamente posteriore se avesse prescritto gli esami necessari, consentendo una diagnosi corretta della patologia”.

E ancora: “L'aritmia osservata nel 2014 e poi ancora nel 2016 e nel 2017, in un atleta professionista sottoposto quotidianamente a sforzi fisici intensi (tra sedute di allenamento e partite disputate) doveva indurre, in base ad una buona pratica clinico-assistenziale, pur in assenza di familiarità e di sintomaticità, a sottoporre l’atleta ad indagine cardiologiche più approfondite. Sarebbero stati necessari Holter nelle 24 ore, secondo il concorde parere degli esperti, e risonanza magnetica cardiaca”.

A conclusione: “Il medico si è discostato dalle linee guida vigenti all’epoca, omettendo di prescrivere esami diagnostici fondamentali per la sicurezza del paziente. L’omissione, reiterata in due distinte occasioni, ha impedito la diagnosi di una patologia potenzialmente letale in un giovane atleta professionista, con le conseguenze drammatiche che ne sono derivate”.


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