Torricelli: "Il calcio di oggi è nauseante. Dopo la morte di mia moglie ho smesso anche di allenare, ho ripreso a fare il falegname. Baggio..."

Il Corriere della Sera, sul proprio sito, presenta un interessante intervista all'ex calciatore di Fiorentina e Juventus, Moreno Torricelli.
Il soprannome “Geppetto”
“Il calcio giocato mi manca, quello in tv meno - dice Torricelli - Tutti i giorni una partita… ormai è diventato nauseante. Durante il Covid mi sono rimesso a impregnare i balconi in legno. Quando avevo bisogno di macchinari, chiedevo a Carlo, artigiano da tre generazioni di Lillianes, il piccolo comune da 400 abitanti in Valle d’Aosta in cui mi sono trasferito. ”Guarda, sono solo e ho molto lavoro. Perché non vieni a darmi una mano?”, mi ha chiesto dopo la pandemia. Se c'è da montare delle finestre vado. Ho iniziato a 13 anni a fare il falegname. Non mi piaceva andare a scuola. Volevo guadagnare dei soldini per essere indipendente e nel mio paese il 90% delle aziende erano mobilifici, trovare lavoro non fu difficile. Nell'estate 1992, era appena arrivato in ritiro dopo il tour in America con la Nazionale. Baggio aveva letto di me sui giornali e mi diede il soprannome di Geppetto".
La fine con il calcio
Torricelli prosegue toccando aspetti molto personali della propria vita: “Dopo la morte di mia moglie ho smesso col calcio. Allenavo il Figline, durante la malattia passare due ore al campo era un sollievo, lì potevo essere me stesso. Ma poi è cambiato tutto. Ricevo un'offerta dal Crotone in serie B, la rifiuto. In quel momento non potevo costringere i miei figli a lasciare casa. La perdita della mamma per loro è stata una mazzata incredibile. La famiglia è donna, l'attenzione e la pazienza che le mamme hanno sono totalmente differenti da quelle degli uomini”.