PERDONALI FRANCK...

"... perché non sanno quello che fanno", mutando una citazione biblica si può definire quanto andato in scena ieri sera all'Olimpico, dove chi era presente ha avuto il privilegio di assistere dal vivo ad una delle giocate più pregevoli dalla ripartenza del calcio dopo il Covid. Gli anni di Franck Ribery sono 37 ma nessuno sembra accorgersene perché la serpentina improvvisata al 25' dal fenomeno viola è di quelle da fuoriclasse assoluto, da extraterrestre se paragonato con gli altri "protagonisti" in campo, compagni, avversari e direttore di gara. Tolto qualche lampo alternato tra Castrovilli e un sorprendente Ghezzal infatti, raramente FR7 ha trovato qualcuno con cui dialogare calcisticamente e non a caso la rete è nata tutta da una sua azione personale.
Poco ha contribuito la Lazio, ancora sotto tono e forse sotto shock per la rimonta subita a Bergamo, allo spettacolo. A rimescolare le carte ci ha pensato invece il sig. Fabbri, della sezione di Ravenna: un intervento a gamba tesa, per mutuare quello di uno dei suoi "graziati" di ieri (Radu nello specifico), determinante sui mancati rossi del rumeno, di Bastos e di Parolo ma soprattutto sull'episodio che di fatto ha riaperto la partita, il rigore di Dragowski su Caicedo. Con un Mazzoleni silente al Var, al cospetto di un'abilità così marcata a velocità normale da parte del fischietto. Da lì il pari di Immobile e poi la rete di Luis Alberto.
E allora che dire, perdonali Franck, se hanno voluto rubare un pezzetto della tua scena da protagonista assoluto: mentre tu rimarrai nello storia di questo sport, tra qualche anno nessuno si ricorderà di loro ma per oggi tocca parlare anche di questi usurpatori di luce dei riflettori.