De Ponti-Fiorentina, ormai è botta e risposta: "Carta canta, mistificazioni della realtà, non mi permetterei mai di dare lezioni di stile, perché quello non si insegna"

Ormai è un botta e risposta continuo tra il direttore del Corriere Fiorentino, Roberto De Ponti, e la stessa Fiorentina.
Tutto è iniziato ieri mattina con un commento del giornalista, pubblicato sul proprio giornale, ad un video pubblicato sui social, nel quale è scappato un ‘vaffa’ a Gasperini, da parte del presidente viola, Rocco Commisso.
A questo ha fatto seguito una piccata risposta da parte della società viola, prima di arrivare alla terza puntata di questa diatriba; stamani De Ponti è tornato nuovamente sulla vicenda, scrivendo, sempre sul Corriere Fiorentino: “Carta canta. Un pregio la carta stampata ce l'ha ancora: che quanto scritto, rimane. Nel bene e nel male. Così quando ACF Fiorentina racconta che si fa quasi sempre finta di niente quando qualcuno viene offeso dai bergamaschi, non la racconta giusta. In buona fede, si intende…Andando indietro nel tempo (vengono citati diversi articoli ndr), avrebbero riletto l'intervista rilasciata da Commisso al Corriere Fiorentino. In quella intervista il presidente Commisso dichiarò: ”Al Franchi non voglio né razzismo né violenza, ma tanti bambini e donne". Frasi da sottoscrivere e sostenere. Proprio per questo il tentativo di riscrittura della storia operato ieri dalla Fiorentina non può essere accettato".
E ancora: “E poi a proposito di mistificazioni, sarebbe bello provare a passare oltre alla storia del ”quotidiano dello stesso Gruppo Editoriale che apostrofava il nostro presidente come mafioso" perché in effetti. fino a prova contraria non esiste un solo articolo de La Gazzetta dello Sport in cui Rocco Commisso venga apostrofato con questa parola".
E infine: "Per rispondere all'ultima affermazione ("Le lezioni sono utili e bene accette, ma si possono prendere solo da chi è in grado di darle" ndr): tranquilli nessuna lezione è in arrivò dal sottoscritto, non mi permetterei mai. Anche perché lo stile non si insegna".