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Stefano Pioli
Foto: Vicario/Fiorentinanews.com

Stefano Pioli non ha un bel ricordo dei derby giocati contro l’Inter durante la sua esperienza sulla panchina rossonera. 3 sole vittorie in 15 partite e 10 sconfitte di cui 6 di fila. Secondo molti sono stati proprio i derby persi a decretare la fine della sua esperienza meneghina. Oggi che siede sulla panchina viola però, Pioli sembra intenzionato a prendere spunto proprio dai suoi vecchi rivali per l’assetto tattico della sua squadra gigliata.

Le similitudini

L’attacco pesante formato da Kean e Piccoli, con Dzeko pronto a subentrare dalla panchina proprio come faceva ai tempi dell’Inter, ricorda molto il tandem nerazzurro con Lautaro e Thuram. Ma le similitudini non sono certo finite qua: Gudmundsson, più arretrato rispetto al passato, ricorda la mossa di Inzaghi di spostare Mkhitaryan, un giocatore nato come seconda punta, a centrocampo. rimanendo in mezzo al campo il "Barella viola", cioè quel giocatore di gamba e dinamismo, è sicuramente Simon Sohm, fortemente voluto da Stefano Pioli per l'appunto.

Cosa manca a questa rosa?

Se la batteria esterni viola (Dodo e Gosens) ha poco da invidiare a quella interista (Dimarco e Dumfries) lo stesso non si può dire per la difesa. D’altronde per tutta l’estate si è parlato della volontà di Pioli di avere in rosa un difensore abile coi piedi e abituato alla difesa a tre. Nella schema tattico di Pioli le capacità d’impostazione, ma anche d’inserimento, dei difensori è fondamentale. Se Pongracic sembra vivere un momento positivo grazie alle nuove richieste del tecnico gigliato, lo stesso non possiamo dire per Comuzzo e Ranieri: due difensori vecchio stile più congeniali al calcio difensivo di Palladino che a quello di Pioli. Non è un caso che si parli di possibile cambio nelle gerarchie della retroguardia viola. 


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