Failla a FN: “Pioli interessa davvero alla Fiorentina? Ho paura del piano C. Fossi stato in Pradè mi sarei dimesso. Su Gudmundsson e Cataldi…”

Sono ore importanti queste per la Fiorentina, per tanti aspetti del suo futuro, dalla scelta dell’allenatore, alle decisioni da prendere sui riscatti, fino alle prime operazioni di calciomercato. Per parlare di tutto questo abbiamo contattato Fabrizio Failla. Il celebre giornalista sportivo della Rai si è espresso con chiarezza per quel che concerne tutti i protagonisti del mondo gigliato.
A bocce ferme, si è fatto un’idea più precisa del perché delle dimissioni di Raffaele Palladino? È stato tutto un problema di rapporti tra lui e Daniele Pradè?
“Credo di sì. La presidenza era dalla sua parte, il gruppo non aveva dato segnali di irrequietezza. Però Palladino avrebbe dovuto parlare con Commisso prima della riconferma. Il presidente è distante e non ha più un punto di riferimento come Barone; la sua bussola ora è Pradè, per questo il tecnico gli avrebbe dovuto spiegare la situazione. La scelta di Palladino è stata una scelta della disperazione, perché abbiamo visto poi che non aveva un’altra squadra dietro. Il suo rapporto con Pradè è stato troppo conflittuale, anche pubblicamente, e così non si fa perché i panni sporchi si lavano in casa”.
Stefano Pioli, se riuscirà a “liberarsi” dall’Al-Nassr ed a superare le beghe fiscali di un ritorno in Italia, può essere l’uomo giusto per aprire un ciclo finalmente vincente per la Fiorentina?
“Il mio preferito era Sarri, ma non interessava. Pioli sarebbe l’uomo migliore adesso, ma interessa veramente alla Fiorentina? Lui è un tecnico di prestigio, ha già vinto nella sua carriera, ha sfiorato la Nazionale, per questo chiederà garanzie sulla competitività della squadra e la possibilità di fare scelte personali sul mercato. Pradè accetterà uno che gli dice cosa deve fare? Si rischia così di passare, dal piano A (Palladino) e da quello B (Pioli), col passare del tempo ad un piano C (Farioli, De Rossi, Aquilani…) ed a dover ricominciare di nuovo daccapo. Io ho massimo rispetto dei soldi degli altri, ma Firenze merita di più di ripartire sempre da 0, della Conference League e dell’obiettivo di fare due punti meglio dell’anno precedente. Chi disquisisce sulle scelte di Pradè per me ha ragione, basta guardare i tanti esuberi che torneranno in estate dai prestiti e che sono suoi acquisti tutti andati male. Poi la scelta di Zaniolo, il non aver acquistato un’alternativa a Kean, la cessione di Kayode, l’aver dato in prestito Valentini per prendere un pretoriano di Palladino e, cioè, Pablo Marì, che ha frenato anche la crescita di Comuzzo”.
Da quello che sa, dopo la contestazione ed il comunicato della Curva Fiesole, Pradè ha pensato di dimettersi?
“Secondo me no, ma avrebbe dovuto farlo, perché non si sta in Paradiso a dispetto dei santi. Pradè non ha ottenuto alcun grande risultato, nonostante Commisso abbia speso tanto. E si festeggia una qualificazione alla Conference, ottenuta al 90’ dell’ultima giornata, per un suicidio della Lazio. Fossi in stato in Pradè mi sarei dimesso. Dire ho sbagliato, nella vita, è un atto di forza”.
In questi sei anni di Rocco Commisso proprietario e presidente della Fiorentina, qual è stata la cosa che le è piaciuta di meno e quella che le è piaciuta di più della sua gestione?
“La cosa più bella è stata quella di aver fatto innamorare nuovamente Firenze del calcio, dopo l’ultimo periodo dei Della Valle, che aveva generato disaffezione. Poi il Viola Park, struttura straordinaria. La cosa più brutta però è l’aver fatto disaffezionare di nuovo parte della tifoseria, perché siamo in ritardo su tutto come Fiorentina, a cominciare ovviamente dalla scelta dell’allenatore”.
Se spettasse a lei di pronunciarsi sui riscatti di Gudmundsson e Cataldi, per quale decisione opterebbe?
“Per Gudmundsson riconfermerei il prestito oneroso. Non ha trovato una collocazione tattica perfetta con Palladino. Ma ora non vorrei che Firenze rimpiangesse l’islandese, come il Milan ha fatto con De Ketelaere. Cataldi non è più giovanissimo, ma è un calciatore intelligentissimo, bravissimo, che però ha dei muscoli di seta. A 4 milioni può anche essere riscattato, ma non come titolare della nuova Fiorentina, bensì come alternativa. Serve quindi anche un leader dello spogliatoio come lui, ma più resistente agli infortuni”.