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Le tante piccole realtà del comprensorio fiorentino hanno nella squadra di calcio un emblema che spesso rappresenta il fiore all’occhiello del paese. Per la ripartenza tante le difficoltà da superare sia dal lato economico che sanitario. Un messaggio in tal senso arriva dal veterano dei consiglieri del Comitato regionale Figc-Lnd Vasco Brogi: "Bisogna tornare a giocare sotto il campanile, con i ragazzi del posto, ritrovando lo spirito di comunità, dando risalto all’attaccamento dei colori sociali, al piacere di stare insieme, di divertirsi e di portare avanti un risvolto educativo e sociale che è la vera forza di tutto il movimento".

Il presidente dell’Impruneta Tavarnuzze, Claudio Manetti, rafforza questo concetto: "Obbligatorio tornare al dilettantismo puro, dove ci si allena e si scende in campo per rappresentare con onore un paese e una società. E come premio una bella cena tutti insieme. Spero che la Federcalcio approvi l’iscrizione gratuita dei campionati giovanili e una diminuzione del costo dei tesseramenti".

Il presidente della Grevigiana invece, Massimiliano Coppi, ha espresso la sua forte volontà di ripartire, appena ci saranno le condizioni per farlo in sicurezza e anche la Molinense è su questa linea: "Puntiamo tutto sui giovani del posto - afferma il direttore generale Valerio Benvenuti - Mettiamo a disposizione dei ragazzi il nostro impegno per tornare in campo e riuscire a centrare sia buoni risultati che la gioia di stare insieme in un ambiente bello, ristrutturato, sano e con validi principi".

Un’altra bella realtà è il San Polo, guidato dal presidente Claudio Menghetti: "Le linee guida saranno di garantire ai giocatori la copertura di tutte le spese (visita medica, vestiario e tesseramento), ma non potremo dare nessun rimborso. Ci vogliamo divertire e onorare la maglia".

Anche il presidente del Cerbaia Luca Presciutti interviene sull’argomento: "Speriamo di vedere realizzati i sogni di salire di categoria in un anno di sacrifici. Siamo un piccolo paese con un grande attaccamento allo sport".

E per il Mugello Antonio Salamone presidente delle Rontese: "Sarà dura ma ce la faremo. Le società mugellane stanno già guardando al futuro, ma senza le sagre gli introiti non ci sono. Obbligatorio ridimensionare i bilanci e contenere le spese". A riportare l'articolo è La Nazione.


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