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Tutti conosciamo e conoscevamo il valore di Martin Caceres, ma un inizio così solido e prorompente, visti gli ultimi suoi travagliati anni, se lo aspettavano in pochi. Il difensore uruguagio si è trovato immediatamente a suo agio nel terzetto difensivo con Pezzella e Milenkovic e sta dando esperienza e mentalità a una squadra (e a un reparto) che ne aveva fortemente bisogno.

Nella scorsa stagione, il classe 1987, aveva racimolato solamente otto presenze con la Lazio e nove con la Juventus, alla quale era stato ceduto a gennaio. Mentre nel 2017/2018, nonostante un bell’inizio con l’Hellas Verona, in maglia biancoceleste, nella seconda parte di stagione, non supera le dieci apparizioni. Negli anni precedenti ancora peggio: al Southampton fa la comparsa e anche nel 2015/2016, nel secondo anno di Massimiliano Allegri a Torino, complice la rottura del tendine d’achille, non va oltre qualche scampolo di partita.

Insomma, nonostante le ennesime buone prestazioni in nazionale, come la Coppa America, disputata a giugno, da protagonista, tutto ci si poteva aspettare tranne che un giocatore tonico e pronto per fare il titolare inamovibile.

Invece, il nativo di Montevideo, ha di fatto, preso il posto a Ranieri, stabilizzandosi come centrale a sinistra nella “nuova” difesa a tre di Vincenzo Montella. Juventus, Atalanta, Sampdoria e Milan: tutti avversari di livello, sempre novanta minuti disputati con grande attenzione, pragmatismo e anche con la tipica garra uruguagia.

Il tecnico viola non sembra orientato a cambiare di molto la formazione di queste uscite, e, staremo a vedere se farà rifiatare almeno El Pelado, ma una cosa è certa: un palmares ricco di trofei e una mentalità unita ad un grande spessore tecnico come quello di Caceres, solamente un certo Franck Ribery li possiede e, alla Fiorentina, non possono fare altro che comodo, perché, tra le altre cose, la bacheca viola deve cominciare a riempirsi un po’, e giocatori di questo calibro servono eccome.

GIACOMO TRAMBUSTI


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