La scelta di reintrodurre il giglio alabardato sulla maglia della Fiorentina ha diviso Firenze. Da una parte chi ha apprezzato la scelta del club viola, dall’altra chi l’ha criticata duramente. Per approfondire la questione, La Nazione ha intervistato Niccolò Pontello, ex vicepresidente della Fiorentina e nipote del conte Flavio Pontello.

Queste le sue parole: “Sinceramente non ce lo aspettavamo, è stata una sorpresa. Sono contento che l’attuale società abbia deciso di ripescare un simbolo che negli anni ’80 ha avuto una certa importanza. Forse avrebbe potuto portare anche più fortuna, ma mi auguro che dia gli stessi risultati che ha dato a noi all’attuale proprietà. Dall’ultimo scudetto, con quel logo la Fiorentina è arrivata seconda nel 1982, in un campionato quantomeno singolare, e in finale di Coppa Uefa”.

Continua così Pontello. “Se la Fiorentina ci ha contattato? Purtroppo nessuno della nostra famiglia è stato contattato dalla attuale proprietà, ma non è un problema. In questo mondo scarseggiano educazione e cortesia. Il nostro giglio, con la J.d. Farrows non ha niente a che vedere. Lo acquistammo da una società, all’inizio non eravamo convinti neanche noi, ma poi ci piacque. La F sta per Firenze e Fiorentina, che poi possiamo dire siano la stessa cosa”.


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