In casa Fiorentina, almeno per il momento, si respira un clima tutt’altro che positivo e sereno. Già di principio, quando comincia un ciclo fatto di entusiasmo, il secondo anno è sempre più difficile del primo e confermarsi è uno scoglio duro che porta a incorrere in qualche difficoltà in più. Se i risultati, poi, sono sei punti in sei partite in campionato e un inciampo immediato in Conference League, allora si attivano i primi campanelli d’allarme. Nessuna idea di un ritorno a tempi nefasti, per carità, ma un concreto rischio di bruciare quel fervore che ha sempre contraddistinto Firenze da un anno a questa parte.

Difficile accettare che la vera Fiorentina sia questa: lenta, prevedibile, con una sola idea e senza cambio di passo, innocua. Anzi, è complicato anche solo pensarlo. Perché la vera Fiorentina non è questa e solo chi soffre di perdita di memoria a breve termine può essersi dimenticato del grande spettacolo offerto la scorsa stagione. Che la verità stia nel mezzo? Può darsi, ma la squadra e il mister non devono perdere la convinzione di potercela fare. E neanche l’idea di avere la propria piazza contro, perché non è così.

Chi ha sbagliato in questo inizio lo sa. E, almeno in parte, hanno sbagliato un po’ tutti: nella fase di preparazione, sul mercato, sul campo, con infortuni frequenti (dettati anche dall’anomalia di giocare ogni tre giorni ad agosto) e risultati poco soddisfacenti come conseguenze. Adesso, per svoltare, il primo fattore dove intervenire è cominciare ad assumersi le proprie responsabilità e riconoscere le colpe. Senza farne un dramma, usandolo come stimolo per cambiare la marcia e affrontare le difficoltà. Italiano ha già dato l’esempio dopo la sconfitta a Bologna.

Anche da un punto di vista meramente tattico, serve maggiore flessibilità. Questo sta al mister, che ha le sue idee e le sue convinzioni (che tanto ci hanno fatto gioire). Nel lungo periodo, purtroppo, la squadra sembra sempre più prevedibile, ferma al classico scarico sugli esterni con cross annesso. La ricerca di un fantomatico “piano B” è una prerogativa chiacchierata già nei mesi finali dello scorso campionato, mentre ora è più che mai necessario. Difficile ipotizzare un cambio di modulo, a meno di situazioni d’emergenza, ma delle alternative per quanto riguarda il modo di giocare servirebbero eccome. Ad esempio, una reinterpretazione della funzione degli esterni d’attacco, cercando di farli partecipare maggiormente in area di rigore, o un nuovo assetto del centrocampo per esaltare le caratteristiche di ogni interprete.

La Fiorentina ha gli ultimi due impegni prima di poter “tirare il fiato” e tornare ad allenarsi con più continuità. La possibilità di cambiare arriva già oggi in quel di Istanbul. Occhio a non fare l’errore di reputarlo un impegno semplice: la Fiorentina è ospitata da un Basaksehir che non conosce sconfitta da marzo. Non vi è alcuna richiesta per quanto riguarda i risultati, anche se in Conference servirebbero punti fin da subito, ma sarebbe importante e gratificante rivedere quella fame e quel carattere che hanno sempre caratterizzato la Viola di mister Italiano. Niente è andato perso.

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