"Non c'era una SuperLega a cui aggrapparsi quando la Fiorentina si sgretolò finanziariamente. Questi club sono troppo grandi per fallire nonostante i debiti. Sono come il Marchese del Grillo..."

Liberi di avere idee (sbagliate) e soprattutto liberi di far debiti come e quanto vogliono. Sono i dodici club che hanno fondato la Superlega, e che sono ritornati sulle loro idee nel giro di 48 ore. A queste squadre è dedicato un editoriale sul Corriere Fiorentino a firma del direttore Roberto De Ponti: "Non c’era una Superlega a cui aggrapparsi quando nell’anno di (dis)grazia 2002 la Fiorentina si sgretolò fra i debiti, si trasformò con l’aiuto di Eugenio Giani in Florentia Viola e sotto la guida dei fratelli Della Valle ripartì dalla serie C2, conquistando la promozione (doppia) con i gol di Christian Riganò, il muratore di Lipari".
Poi prosegue: "E a quanto pare, non c’è neppure oggi per società come Inter, Juventus e Milan che oltre ad aver conquistato insieme 72 scudetti, a settimane 73 (più un paio revocati) dominano la classifica dell’indebitamento rispettivamente con 630, 458 e 152 milioni di euro. Molti, molti di più rispetto ai debiti della Fiorentina di Cecchi Gori, del Napoli di Corbelli e Naldi, del Torino di Cimminelli...Bastava dirlo: scusate, siamo indebitati fino al collo, però noi siamo noi, come il Marchese del Grillo, e voi lo sapete chi siete? Bravi, appunto, proprio quello".
Poi prosegue: "E a quanto pare, non c’è neppure oggi per società come Inter, Juventus e Milan che oltre ad aver conquistato insieme 72 scudetti, a settimane 73 (più un paio revocati) dominano la classifica dell’indebitamento rispettivamente con 630, 458 e 152 milioni di euro. Molti, molti di più rispetto ai debiti della Fiorentina di Cecchi Gori, del Napoli di Corbelli e Naldi, del Torino di Cimminelli...Bastava dirlo: scusate, siamo indebitati fino al collo, però noi siamo noi, come il Marchese del Grillo, e voi lo sapete chi siete? Bravi, appunto, proprio quello".
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