Un obiettivo. E' giusto che la Fiorentina se lo dia, oppure no? Punti di vista. Ma la sensazione che abbiamo è che, nonostante un mese di giugno a tratti disarmante, stia nascendo una buona Fiorentina. Una squadra diversa, comunque giovane, che può tornare a far divertire.

Certo, Italiano è forte, ma anche promettente. La sua carriera è cominciata da poco, pochissimo e Firenze sarà il suo trampolino, la sua grande occasione. Con Gattuso, facilmente, la Fiorentina avrebbe lavorato subito per rientrare in Europa. Magari anche dichiarandolo. Oggi, forse, l’asticella è giusto tenerla un po' più bassa. Magari con il sogno è quello di riuscirci ugualmente, ma senza il rumore dei motori. Parte sinistra della classifica, frase forse da non ripetere, un po' perché non ha portato fortuna, un po' perché può voler dire tanto o niente. Come il ‘migliorare’ il piazzamento dello scorso anno.

Dopo due stagioni così deludenti (tre se aggiungiamo anche l'ultima dell'era Della Valle) è chiaro che si deve fare meglio, non c’è bisogno di annunciarlo. E allora forse può aver ragione chi, fregandosene dei luoghi comuni, chiede di alzare la testa in su. Di dichiarare subito un traguardo importante, di non nascondersi. Tutto, naturalmente, sarà più chiaro a mercato concluso. Perché al di là di Italiano, della sua voglia e del suo entusiasmo, molto dipenderà dalla rosa che si presenterà ai nastri di partenza della nuova stagione.

Sono ancora tanti i nodi da sciogliere, in difesa e in attacco. Forse, soltanto a centrocampo, la squadra non avrà bisogno di rivoluzioni, ma di un semplice innesto. Ma negli altri reparti ci sarà da fare tanto, sbagliando il meno possibile questa volta. Italiano sembra essere uno con le idee chiare, che non ha paura delle pressioni o dell’entusiasmo. Continuando con il paragone già fatto con Malesani, un po' in quel modo lì, con la spregiudicatezza dell’emergente, con la faccia tosta di chi ha voglia di dimostrare da subito, senza troppe scuse. Facendo con quello che ha, dal punto di vista dei calciatori a disposizione, ma chiedendo grande sacrificio a tutti. Firenze, una piazza da sempre non facile, sarà un bel banco di prova anche per lui, in una stagione dove, di pazienza, ce ne sarà sicuramente meno rispetto agli anni precedenti. Come è normale e giusto che sia.

Il tempo dei se e dei ma è finito. E’ calcio. Senza Ribery, senza Dainelli, probabilmente senza Antognoni. Se ne va, in modo diverso, una bella fetta dell’ultima Fiorentina. Rimangono tanti altri. Speriamo che le scelte fatte siano giuste, dettate da un'idea, da un disegno ben chiaro, non da altro. Parola al campo, quest’anno conta solo quello. I discorsi non interessano più.


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