Su Il Giornale, a firma Riccardo Signori, è stato pubblicato stamani un articolo all'interno del quale si legge: "Il bravo Arrigo Sacchi forse ha fatto danni a sua insaputa nel tempo che fu: recitava sul gioco di squadra, ma gli uomini erano di assoluto valore. E sapevano difendere. Il tutto portava risultati. Oggi, invece, passiamo interi campionati a discettare sul bel gioco dell’Atalanta, del Sassuolo, mettiamoci Fiorentina e altre. Ma poi dove finiscono? Dietro le vincenti: nel calcio di contorno. Quando fra i professionisti, soprattutto, conta l’arrosto non il fumo”.

E ancora: "Meglio giocar male e vincere. Se giochi bene e svapori, svapora pure l’interesse per il pallone. Ciao a stadi affollati e audience tv".

Un'analisi questa sicuramente discutibile e limitata, perché non prende in considerazione un aspetto importante: i calciatori presenti nelle rose delle squadre citate non sono certo alla pari con quelli delle squadre che occupano le primissime posizioni del nostro campionato o arrivano in fondo alle competizioni europee più prestigiose (Champions e anche Europa League). La conseguenza logica di tutto questo è che per formazioni che sono di livello medio, o anche medio-alto, è molto difficile portare a casa trofei.


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