Questo pomeriggio l'ex attaccante del Chievo Verona Sergio Pellissier, durante un collegamento con Radio Bruno, ha avuto modo di analizzare alcuni dei principali temi in casa Fiorentina. Dai problemi in attacco, al tecnico Vincenzo Italiano con cui ha condiviso diverse stagioni in Serie A. Queste le sue dichiarazioni:

"La Serie A è un campionato sempre complicata, ai miei tempi io c'erano campioni di livello assoluto ed il nostro era il campionato più prestigioso d'Europa: tutti volevano venire a giocare in Italia. Adesso non è più così, ma sono comunque convinto che sia difficile ovunque e lo è di più quando sei straniero e ti devi adattare. A Cabral la Fiorentina sta dando fiducia e questo sicuramente lo dovrebbe aiutare. Firenze è comunque una piazza che pretende il massimo ed è normale che ci si aspetti tanto da tutti in una piazza così. E se esplodesse altrove? Non è semplice inserirsi in una squadra nuova con allenatore, compagni e tifoseria diversa, le qualità le ha altrimenti non avrebbe segnato tanto in Conference, ma deve riuscire a sfruttare le sue qualità. Ora sta facendo fatica sotto porta, perché come atteggiamento e movimenti non gli si può dir niente".

L’ex attaccante ha giocato anche con l’attuale tecnico della Fiorentina, Vincenzo Italiano: “Faceva l'allenatore già in campo, amava guardare il gioco, i movimenti e le tattiche, studiava già gli altri e pianificava tutto. Ha dimostrato a suon di risultati di essersi conquistato con merito la Serie A perché ha vinto campionati in categorie minori. Il nuovo 4-2-3-1 viola? Vincenzo è sempre stato una persona rigida, infatti ha portato avanti il 4-3-3 per anni. Allo stesso tempo però è anche intelligente e vuole dimostrare di saper ottenere risultati al di là del modulo.  Credo si sia convinto che nel calcio di oggi non ci si possa attaccare ad un solo modulo, altrimenti falliresti già in partenza. A volte bisogna mettere da parte le proprie idee per il risultato. Il Mondiale di Amrabat? Sarei contento di vedere il Marocco in fondo perché c'è grande passione, in alcune nazioni invece non sentono la maglia della nazionale. E' stato un extraterrestre, dimostrando che si può ottenere grandi risultati anche se non si è i favoriti: loro stanno onorando la maglia".

Infine ha speso qualche parolina per il caso plusvalenze, che qualche anno fa sancì il fallimento del suo Chievo: "Credo che questa vicenda sia molto più grossa di quella capitata al Chievo. All'epoca si parlava di circa 5 milioni ed è stato dimostrato che molte operazioni erano regolari, qui si parla di tanti milioni e inoltre sono stati trasformati i bilanci. Si deve indagare su tutta l'organizzazione calcio, indubbiamente gli errori si fanno, però è giusto che tutti paghino".

 


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