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Il dottore della Fiorentina Luca Pengue, da tempo a capo dello staff sanitario viola, a Radio Bruno racconta la nascita del 'metodo Fiorentina', il piano lavorativo gigliato, analizzando i meccanismi di lavoro dei professionisti viola: " Abbiamo deciso di lasciare alle spalle le nostre personali esperienze concentrandoci sullo studio. Abbiamo messo insieme tanti tasselli, non lavorando scorporati, ma mettendo insieme le varie figure. Da 5 anni a questa parte utilizziamo strumenti di vario genere. Dai dinamometri ai test salivari, fino ai cerotti per lo studio del sodio all’interno del sudore, anelli per monitorare il sonno. Tutti i dati ci servono per capire i possibili rischi e lavorare per prevenirli. Abbiamo una società che ci appoggia dandoci credibilità nei confronti di staff e calciatori".


Pengue ha aggiunto: "La vera rivoluzione è stata cambiare il punto di vista, calando un po’ di scienza nel mondo dello sport, coinvolgente personalità di livello estremamente alto. Oggi serve convertire la grande quantità di dati che abbiamo nel modo migliore possibile. Monitoriamo costantemente la frequenza cardiaca che è il primo indice di un mancato recupero. Il controllo della quantità e qualità delle urine è fondamentale. Ci sono poi parametri individuali che raccogliamo, e che abbracciano l’alimentazione, il sonno e non solo. L’integrazione con lo staff tecnico è complicata, forse più di tutto. Dobbiamo trovare la quadratura del cerchio. Noi somministriamo un lavoro attivo ogni giorno, che ha ovviamente un peso, un impatto, una certa durata (1 ora e mezzo al giorno). La somministrazione dei carichi varia molto in base alla frequenza degli impegni settimanali". 


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