Il Direttore Sportivo della Fiorentina racconta la sua lotta contro il Covid-19


Daniele Pradè ha raccontato a Sky Sport 24 la sua lotta contro il coronavirus e ha detto: "E' una esperienza che ho vissuto in prima persona. Il mio primo pensiero va a tutte le famiglie che hanno perso i loro familiari che non hanno potuto salutare. Non hanno potuto neanche fare il funerale".

Poi ha aggiunto: "Il primo messaggio è di positività. L'ho portato in casa, l'ho trasmesso anche ai miei suoceri che sono stati ricoverati allo Spallanzani. E il mio ringraziamento va a tutti i dottori. Il momento più brutto è quando tutti si ammalano in famiglia, non riesci neanche a alzarti dal letto. Quando vedi tua moglie, tua figlia, quando arriva l'ambulanza che porta via i suoceri son cose che ti toccano. Come dobbiamo essere accorti? Io sarò un portavoce di tutte le precauzioni.

E nel calcio: "Noi come Fiorentina abbiamo avuto tanti casi. Noi ci siamo chiusi appena è successa questa cosa, però in quel momento non c'erano determinate situazioni. Il virus era in casa e nel centro l'abbiamo sviluppato in tanti. Quando hai precauzioni e accorgimenti, il calcio serve a far capire questa nuova vita. Sì, è importante ricominciare, c'è un rinascimento che parte dalle cose popolari. E' un discorso sociale. Sarà una ripresa graduale, ci dovremo convivere. Giocheremo senza pubblico, ma è un male necessario"

E su chi gli è stato accanto nella Fiorentina: "Quando si parla di una famiglia alla Fiorentina è stato questo, come vuole Commisso. Proprio il presidente mi ha chiamato tutti i giorni, Joe Barone mattina, giorno e sera. Il mondo del calcio non è un mondo brutto. Tutti lo sapevano ma tutti mi hanno rispettato. Lotito e Cristina mi hanno chiamato tutti i giorni

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