Tre sessioni di mercato e tre strategie analoghe per il ds della Fiorentina Daniele Pradè, che da quando è tornato ha cambiato profondamente linea d'azione rispetto all'operato previdente, ad anticipare i tempi, a cui ci aveva abituato durante la sua prima reggenza. E se nell'estate 2019 la sua avventura partì ufficialmente il 1 luglio, con una società che doveva riorganizzarsi in corsa, poi nell'inverno successivo e l'estate strana del 2020 hanno fatto il paio e il tris. Emblematica la cessione di Federico Chiesa nelle ultime ore e una sorta di corsa trafelata al rinforzo dell'ultimo minuto, con l'unico risultato di rimanere a mani vuote, perché Callejon, aldilà del suo inserimento difficoltoso, era libero da inizio settembre e non si può certo dire che per il momento abbia sostituito il figlio d'arte. Undici mesi fa invece la società viola mise a segno ben 5 colpi nelle ultime 24 ore, con Duncan, Amrabat, Kouame, Agudelo e Igor, l'anno prima ci furono le scaramucce su De Paul e poi gli arrivi di Ghezzal e Pedro.

A gennaio 2021 la Fiorentina si presenta con alcune lacune, un po' come accaduto nelle tre sessioni precedenti, possibilmente da colmare il prima possibile: che alla rosa di Prandelli manchi una prima punta (magari alternativa a Vlahovic a questo punto) e almeno un esterno offensivo si sa da tempo, non aver agito in anticipo sarebbe un brutto film, purtroppo però già proiettato in sala. Che il mercato di gennaio sia più complicato si sa, l'auspicio è non doversi ritrovare a raccontarlo ancora a corredo di questa sessione di mercato.


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