Torna Ribery, autore di una scelta particolare, quella di andare a giocare a Salerno, ma coraggiosa. Non sta bastando la sua voglia e il suo entusiasmo ad una squadra debole, scarsa per la Serie A. Destinata, già a dicembre, ad una scontata retrocessione. Proprio per questo la Fiorentina non potrà sottovalutare una partita per i più già vinta in partenza. Non per Italiano, che conosce i rischi di queste gare se dovesse calare, anche di poco, la concentrazione. In questi giorni l’allenatore viola ha parlato a più riprese alla squadra, chiedendo proprio questo. In vista poi di Sassuolo e Verona, due scontri diretti guardando la classifica, partite difficili e delicate dove la Fiorentina cercherà conferme e punti.

Ma prima, appunto, Ribery. Uno che a Firenze sarebbe rimasto più che volentieri, uno che Firenze ha coccolato e amato. Ma oggi, con il senno del poi, è giusto dire che separarsi è stata la scelta giusta. Puntare su altro, dal punto di vista economico e tecnico, è stato forse uno dei segreti di questo ottimo inizio di stagione. Ribery e Pezzella, i due sacrificati dello scorso mercato estivo, potevano diventare per motivi diversi due impedimenti per una Fiorentina che poteva sbocciare e che lo sta facendo. In fondo, le fondamenta di questa ottima annata, sono state messe proprio li, con quelle mosse all’inizio forse anche un po' impopolari, ma poi vincenti. Che hanno dato spazio a Quarta e a Igor in difesa, a Gonzalez e a Sottil in attacco.

Sabato Firenze applaudirà Ribery e lui ricambierà. Entrambi, il giorno della presentazione show del francese, si auguravano e sognavano stagioni diverse. Invece sono stati mesi complicati, campionati pericolosi, momenti non indimenticabili. Montella, Iachini, Prandelli, poi ancora Iachini. Questi gli allenatori avuti da Franck, in due stagioni in riva all’Arno. Chissà, magari con Gattuso sarebbe andata in modo diverso (Rino, in quei pochi giorni da allenatore gigliato, aveva deciso di trattenerlo a Firenze), ma magari sarebbe andata diversamente anche la stagione viola. Impossibile comunque fare ipotesi. Diciamo che, al momento, è andata meglio alla Fiorentina che a lui, che si è ritrovato in una Salernitana fanalino di coda del campionato. Sabato si giocherà per l’orgoglio, per il prestigio, ma soprattutto per tre punti che potrebbero dare nuova energia a chi li conquisterà. Prima, appunto, saranno solo e soltanto applausi. E magari anche un pizzico di emozione.


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