Questa volta, davvero, il pareggio non può bastare. O meglio, potrebbe bastare nell’immediato alla Fiorentina (con i viola che nel prossimo week end potrebbero anche guadagnare qualcosa sulle dirette concorrenti), ma non se si guarda il calendario, non se si getta lo sguardo sui match che attendono la squadra da qui fino alla fine del campionato.

Ribery, soltanto Ribery, fortissimamente Ribery. Solo il francese può dare quel qualcosa in più alla squadra per poter vincere a Benevento. Soltanto lui può mettersi la Fiorentina sulle spalle, allenatore compreso, e trovare la soluzione più semplice a tutti i problemi: tre punti. Perché con una vittoria, con un successo, davvero la classifica potrebbe diventare tremendamente migliore. Basta poco, pochissimo, per salvarsi in questa stagione. Ma è esattamente quel pochissimo che ogni volta, in ogni circostanza, in qualsiasi momento, questa squadra non è mai riuscita a raggiungere. Quante volte abbiamo avuto la sensazione di farcela, di poter pensare ad altro, per poi ripiombare qualche giorno dopo negli stessi problemi, negli stessi discorsi, nelle solite paure. Questa Fiorentina tradisce, tradisce ogni volta. Tradisce soprattutto se stessa. Giocatori vuoti, con zero personalità, con poco amor proprio. Allenatori prigionieri delle loro idee, delle loro fissazioni. Tre anni identici, sempre vicini alla retrocessione. In modi diversi, per carità, con giocatori diversi, per carità, con proprietà diverse. Ma con la musica che è rimasta irrimediabilmente la stessa. E

Ma torniamo a Ribery. Il francese, se il fisico lo assiste, può giocare da qui alla fine quattro partite 'alla Ribery'. Quelle che potrebbero bastare per vincere, per salvarsi. In un campionato dai valori mediocri, con avversari spesso di basso livello. A fine anno lascerà Firenze, ma vuole farlo senza macchie. Perché lui a questa città si è legato davvero molto. E non se ne farebbe una ragione nel vederla retrocedere. Non gli è mai successo in carriera, non vuole certo che accada adesso che è vicino all’addio al calcio. Gli altri lo guardino, lo ascoltino, diano retta a lui. Tutti, giocatori e non solo. E poi, passando nel tunnel che porta dagli spogliatoi al terreno di gioco, guardino le immagini di Batistuta, di Toldo, di Rui Costa, di Repka. E anche quelle di Chiesa, sì di Federico. Andato alla Juventus nell’ultimo giorno di mercato. Riso e deriso da molti, dagli stessi compagni di squadra che non gli risparmiarono un super trattamento in quello 0-3 di Torino. Tutti dimostrino adesso, giocando a calcio, cosa che non accade da molto tempo, che la Fiorentina non merita di stare laddove si trova adesso.


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