Il problema principale di questa Fiorentina è far gol, e la redazione di Fiorentinanews.com ha intercettato un ex viola che di gol sulle sponde dell’Arno ne ha fatti un bel po’. Stiamo parlando di Christian Riganò, ormai ex attaccante che trascinò i gigliati dalla C2 (oggi Lega Pro) alla Serie A. 

Quanto è difficile oggi essere un attaccante della Fiorentina e che differenze ci sono nell’interpretare il ruolo di centravanti rispetto a quindici anni fa? 

“Innanzitutto direi che non è così difficile. Sicuramente il calcio è un po’ cambiato, e oggi sentiamo parlare di questi ‘attaccanti moderni’. Resta il fatto che il ruolo è sempre quello, il centravanti è l’attaccante d’area di rigore, che non deve andare tanto a giro per il campo, ma deve farsi trovare pronto negli ultimi metri. Ai miei tempi mi prendevano il giro, dicendomi che facevo il ‘capanno’ in area di rigore, ma non è vero. L’attaccante deve giocare in quella zona di campo, al massimo negli ultimi 25 metri per venire in contro a fare una sponda, una spizzata, ma nient’altro, altrimenti quando scarichi il pallone sul centrocampista non hai il tempo di buttarti dentro l’area avversaria. È questo il motivo per cui un attaccante deve concentrarsi in quella zona di campo. Non è questione di non aver voglia di correre, l’attaccante deve farsi trovare pronto sui cross e i filtranti che arrivano in area. Gli attaccanti della Fiorentina vanno troppo a spasso per il campo, non penso sia una loro prerogativa, piuttosto è un compito che gli affida loro l’allenatore”. 

Cutrone o Vlahovic, in quale dei due attaccanti si riconosce di più Riganò? 

“Direi Vlahovic per le caratteristiche fisiche, mentre Cutrone è uno a cui piace svariare e buttarsi anche sugli esterni. Non vedrei male i due in coppia, con il serbo come prima punta e l’azzurrino come seconda punta. Quando Vlahovic viene in contro al centrocampo non mi piace, dovrebbe concentrarsi negli ultimi metri per essere più decisivo. Comunque sia l’arrivo di Prandelli sulla panchina della Fiorentina mi fa ben sperare, perché i suoi attaccanti hanno sempre segnato. Devono assimilare meglio i movimenti da attaccante vero, e con questo intendo anche il lavoro sporco, come proteggere il pallone e far salire la squadra nei momenti di difficoltà”. 

È anche vero che gli attaccanti della Fiorentina fin qui sono serviti poco e in malo modo. Giocatori come Montiel o Sottil potrebbero migliorare la mole di palloni da mettere a disposizione del centravanti? 

“È facile parlare quando un giocatore cambia ambiente e inizia a segnare qualche gol. Resta il problema che la manovra d’attacco della Fiorentina non è ad oggi fluida e avvolgente. Montiel non lo conosco bene come giocatore,  tatticamente né mentalmente. In Coppa Italia ha fatto vedere una buona personalità, ma con i giovani bisogna andar cauti, per non rischiare di bruciarseli. Bisogna saperli aspettare, fargli fare un percorso progressivo di crescita per dare loro continuità, come è stato fatto a suo tempo coi vari Chiesa e Bernardeschi. Oggi però la Fiorentina ha bisogno di giocatori pronti per risolvere i suoi problemi con il gol”. 

La crisi di risultati e la classifica impietosa della Fiorentina disincentivano i calciatori a venire a giocare sulle sponde dell’Arno? 

“Assolutamente no, a me vien da ridere quando sento frasi del genere. Se un giocatore decide di andare alla Juventus, lì, tutti gli anni o quasi, vincono lo scudetto e giocano la Champions League, e la cosa è quasi scontata. Se un giocatore invece decide di venire a giocare alla Fiorentina, che ormai da anni non disputa le coppe, a mio modo di vedere è incentivato a portare la squadra in Coppa con le sue prestazioni e i suoi gol. Per me è più bello così, diventare l’idolo incontrastato della tifoseria. Fossi in Milik non avrei dubbi”. 

Quanto possono esser d’aiuto giocatori d’esperienza come Borja Valero e Bonaventura in questo periodo di difficoltà della Fiorentina? 

“Sicuramente sono preziosi in questo momento, essendo persone più grandi, con più esperienza devono supportare la squadra e tirare su il morale ai più giovani. Però per risolvere il problema del gol possono farci molto poco. I giovani attaccanti viola avrebbero bisogno di chiedere a Batistuta, Toni e Gilardino come mai non riescono a segnare e soprattutto a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto”. 

A proposito di questo, con l’arrivo di Prandelli si era parlato di un possibile ingresso di Batistuta nello staff viola, che ne pensa? 

“Gli allenatori per reparto sono la moda degli ultimi tempi. Batistuta sarebbe perfetto, poi se posso esser d’aiuto mi propongo anche io”. 

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