Tra i membri della commissione che ha scelto il progetto per la riqualificazione dell’Artemio Franchi, c’era anche il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Questa mattina Schmidt ha rilasciato una lunga intervista a La Nazione per dare una valutazione al progetto vincitore. Ecco l’intervista completa:





Qual’è stato l’asso nella manica del progetto di Arup?





"L’aver studiato alla perfezione la struttura originale di Pierluigi Nervi. E al contempo l’aver capito l’architettura di Firenze, nella sua semplicità e linearità brunelleschiana, senza fronzoli. Il tetto è particolare, lo vedono tutti: i piccioni, i fiesolani, tutti coloro che abitano sulla via Bolognese. In realtà si vede tante parti la copertura del nuovo stadio. Riguardo all’altezza, non si poteva accettare un impianto di 40-50 metri che detronizzasse la Cupola del Brunelleschi o la Torre di Arnolfo di Cambio, rendendo marginali altri simboli di Firenze. L’elemento importante è che non c’è stato il tentativo di proseguire lo sviluppo delle idee architettoniche di Nervi, ma di riproporre quelle linee in maniera intelligente ma in nuove soluzioni. Ad esempio, le scale elicoidali delle tribune tornano come disegno nel percorso del parco, con un movimento in orizzontale nel grande lenzuolo verde del giardino davanti allo stadio".





Da tifoso, oltre che bello sarà anche comodo?





"Avrà un’ottima visibilità e il pubblico non sarà più sotto al sole e alla pioggia. Da questo punto di vista la copertura riprende il concetto di loggia, come quella dei Lanzi. Per quanto riguardano le tempistiche almeno sappiamo che lo stadio deve essere terminato entro il 2026, per non perdere i finanziamenti del Pnrr. Invece, riguardo alla loggia di Isozaki, dopo circa un quarto di secolo di ritardo, ora almeno il ministero ha finanziato il progetto".






Cosa avrebbe detto Pierluigi Nervi del progetto dello Studio Arup? 





"Prima di tutto avrebbe apprezzato l’alto livello di tutte le proposte presentate. Del progetto vincitore credo che avrebbe ammirato l’eleganza basata sulle proporzioni geometriche e l’utilizzo delle tecnologie più recenti. Infine, credo che avrebbe condiviso il nostro giudizio proprio rispetto alla tutela della sua opera: con questo progetto si valorizza l’architettura di Nervi, non si aggiunge niente per entrare in concorrenza con essa, si tolgono le aggiunte successive e se ne restituisce una miglior lettura d’insieme".




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