Prima le uscite e poi le entrate: una dinamica di fondo che caratterizza il mercato di tanti club ma che può essere applicato in modi diversi. Per esempio anticipando un'entrata, già consapevoli dell'uscita che si concretizzerà e muovendosi per tempo per trovare il giusto sostituto di chi sta per uscire. E' un po' il modus operandi di chi fa la cosiddetta "programmazione", quella che a Rocco Commisso dà tanto fastidio sentir dire che manca ma che poi appare invisibile alla prova dei fatti: tradotto nel concreto infatti, la Fiorentina sta tenendo in stand by il suo mercato perché ancora la cessione di Milenkovic non è stata completata.

Di esigenze però ce ne sarebbero eccome dopo due anni disastrosi mentre il tempo all'esordio ufficiale in Serie A è sempre meno: ad oggi, di fatto, il destino della rosa gigliata e la possibilità di colmare lacune evidenti dipende dall'uscita del centrale serbo e magari da quella di Pezzella. Due calciatori che ormai mentalmente hanno staccato da tempo la spina e che già nel recente passato avevano provato ad andarsene. Due situazioni lampanti, da cui possibilmente la Fiorentina dovrebbe rendersi indipendente. E invece a metà agosto finché non va via Milenkovic non arriva neanche Nastasic che, per altro, non sarà il suo diretto sostituto. Niente acquisti se non si vende: concetto concepibile, a patto che non diventi totalmente vincolante.


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