Milenkovic, Dodo, Nico Gonzalez. I grandi assenti della Fiorentina hanno ripreso ad allenarsi con i compagni e il loro rientro in campo è imminente. Difficile vederli tutti in campo già contro gli Hearts, ma dalle partite successive dovrebbero riprendere il proprio posto in campo. Una buonissima notizia, visto anche il rendimento dei loro sostituti (eccezion fatta per Quarta).

Con tutti i migliori a disposizione, allora, Italiano ritroverà la "sua" Fiorentina? Ovviamente non ve n'è la certezza, ma la risposta difficilmente potrà essere positiva. Le difficoltà a segnare e a produrre azioni offensive stanno mettendo in luce i lati deboli di una squadra che non morde più gli avversari come faceva nella passata stagione. I motivi sono tanti e sono presto detti. Due su tutti non possono che essere Torreira (ma che ve lo diciamo a fare) e il centravanti.

Attenzione, non Vlahovic. Perché la squadra aveva dimostrato di poter segnare anche senza il serbo nella seconda metà del '21/22. Ciò che manca sono proprio i gol di un riferimento offensivo che, al momento, non può essere nessuno tra Jovic, Cabral e Kouamè (per motivi diversi). Un altro "perché la Fiorentina non tornerà quella di prima" è relativo al pressing: la squadra adesso lo propone soltanto in maniera blanda e non convinta. Un po' come la gestione della linea difensiva alta, che se fatta con superficialità è il peggior modo di coprirsi

Ultima, ma non per questo meno importante, è la costruzione dal basso. Ridottasi a lanci semi-corti dei terzini per evitare di passare dal centro dove il regista è letteralmente scomparso (ma che ve lo diciamo a fare). Ciò che si è visto fare a Venuti e Biraghi a Bergamo ne è una dimostrazione. Quindi no, anche con i reintegri di Milenkovic, Dodo e Gonzalez è improbabile che si torni a vedere la Fiorentina dell'anno scorso. Nulla vieta di trovare una formazione rinnovata, soprattutto dal punto di vista tattico, ma difficilmente la squadra che ha stupito la Serie A si potrà riavere in fretta.

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