Questa Fiorentina viaggia a mille all'ora, ma soprattutto non ha la minima intenzione di fermarsi. La Viola non conosce sconfitta da oltre un mese, dall’amarissima semifinale di andata contro la Juventus; in campionato, invece, dal 27 febbraio contro il Sassuolo. Tra vittorie di misura e qualche pareggio più o meno convincente, il rientro dall’ultima pausa delle nazionali è stato devastante. L’apice è stato raggiunto domenica con i tre punti al Diego Armando Maradona, frutto di una delle migliori prove di squadra dell’intera stagione.

Tutto bello, anche in classifica. La 32ª giornata ha rappresentato un prepotente ritorno al settimo posto, in virtù della sconfitta dell’Atalanta al Mapei Stadium. La graduatoria recita: Roma quinta a 57 punti, Lazio sesta a 55, viola e nerazzurri, con una partita in meno, rispettivamente settimi a 53 e ottavi a 51. Il record di punti nell’era Commisso è stato già scavalcato dopo la vittoria nel derby toscano, e ci sono i presupposti per aumentare il distacco.

Ci sono i sogni e ci sono le ambizioni. Quest’ultime, a inizio stagione, non avevano una richiesta chissà quanto alta. Anche perché, dopo i 40 punti del 2020/21, è difficile chiedere la luna. Eppure l’andamento di questa Fiorentina non può che fomentare i sogni di una piazza da troppo tempo incastrata in una sconfortante mediocrità. Adesso la classifica accontenta tutti, Europa o meno; sarebbe da folli non essere soddisfatti di questo balzo in avanti. La testa comincia a viaggiare senza troppi limiti, davanti a una Viola così bella. Nei sogni più nascosti, l’Europa League è un obiettivo neanche troppo lontano, mentre la Conference è lì a un passo. Poi, in caso di recupero vinto, la Champions è a -6… Si dice che sognare non costi niente. Poi c’è il mondo reale, ma quel quarto d’ora con la testa tra le nuvole e gli occhi lucidi, colmi di speranza, che non ce lo tolga nessuno.

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